mercoledì 31 dicembre 2008

La forza dei sogni

Oggi e` una giornata speciale, e` successo qualcosa di incredibile, ormai sono 4 giorni che ho perso il mio Ipod, non l`ho perso in 11 mesi e doveva prima o poi arrivare il momento. Di solito lo metto sempre in qualche posto nascosto che poi neanche io mi ricordo, sono piu` SMART di me stesso, ma questa volta l`ho cercato dappertutto per 4 giorni e niente da fare, definitivamente perso, e, viaggiare senza musica e` parecchio difficile...

Ma qualcosa di assurdo e` successo questa notte, ho sognato una scena in cui ritornavo in un posto dove ero stato a dormire, domandavo, mi dicevano che avevano un Ipod nero e me lo facevano vedere, ma non era il mio, poi me ne facevano vedere un altro ed era il mio. Questa era il sogno lucido che ho fatto questa notte, un sogno che stranamente mi ricordavo in tutti i particolari.

Ho avuto il coraggio di non perdere le speranze e con la follia e l`incosapevolezza che fosse impossibile ritrovarlo, ho provato ad andare nel luogo dove il sogno mi diceva. Cosi` ho fatto, sono andato in quel posto, ho domandato ed e` successo proprio come il sogno, mi hanno detto che ne avevano trovato uno nero, io rimasi in tacita attesa, pensando, non puo` essere...., ed in effetti non era come il mio, era diverso, poi ne tira fuori un altro e incredibilmente era il mio, qualcosa che era incredibile, proprio come nel sogno, non ci credevo ed ancora tuttora non riesco a togliermi quel sorriso stampato dalla faccia, straordinaria emozione di un sogno realmente premonitore, qualcosa di grosso e` successo oggi e questo ti fa` pensare tanto, questo ti fa` capire la forza dei sogni e di quanto e` necessario seguirli per trovare il proprio percorso!

Un bel FOLLOW YOUR DREAMS per tutti!
Ragazzi sono di nuovo sulla via giusta, andiamo avanti! La crescita e` rapida ed ogni giorno e` nuovo, sono ormai 11 mesi che sono in viaggio e mi sembrano 10 anni di vita, difficile da spiegare....PURA VIDA!

Buon Anno a tutti!

martedì 30 dicembre 2008

Un anomalo Natale...





Poco da dire, questi ultimi giorni sono fuori da ogni concezione, Natale non si sente neanche da lontano...troppo sole e spiaggia...sono nell'ostello di amici italiani a Santa Teresa, tutto troppo tranquillo, serate pazze, reggae ed elettronica mi confondono...tanta gente nuova conosciuta, oggi sono abbastanza dislessico, non riesco a comunicare, momento di instabilita' mentale dovuta alle continue novita' che ogni giorno accadono e che non riesci ad assimilare.

Ieri siamo stati alle cascate di Montezuma con 4 ragazze argentine, fantastico posto, assorbire il rumore dell'acqua dietro le cascate e tuffarsi dentro di loro e' stato splendidamente adrenalinico.

Mi scuso con Lilly, la ragazza italiana, non trovo la tua email...mandamene una cosi' mi arriva, sorry!
Mi manca anche il biglietto da visita del ragazzo italiano di Milano conosciuto a Cuba, fatti sentire, posta l'email tra i commenti...
E' momento di perdita totale, credo anche di aver perso tutta la mia musica, quindi il viaggio sara' piu' silenzioso, ormai ci sono abituato, non riesco ad attaccarmi piu' a niente...
Credo che stao' qui fino al 2 gennaio, poi iniziero' la discesa nel sudamerica, ho voglia di Argentina!

domenica 21 dicembre 2008

Regali e pensieri di Natale!


Ciao a Tutti,
mi trovo in uno strano e caldo dicembre in quel di San Jose' in Costarica.
Tutto tranquillo, anche se mi manca la mia amata neve.
Di seguito un po' di regali per tutti, spero basti il pensiero, dato che non possa fare molto altro da qui...

- A mia madre e mio padre regalo un grosso abbraccio dal loro amato figlio
- A mio padre regalo anche una Juventus in cima al campionato
- A Pasquale regalo un lungo viaggio ai Caraibi (Jamaica?)
- Ad Alessio regalo una ubriacatura di Kofola
- Ad Antonino regalo una prima posizione nel campionato Squash
- Ai cugini e agli zii regalo tanta gioia e felicita'
- Alla Valentina regalo l'apertura di un bar proprio sulla spiaggia di Sestri Levante
- Alla Letizia regalo un grande spettacolo teatrale pagliaccesco
- A Simone ed Elisa regalo un futuro matrimonio felice
- A Iannu regalo un buon lavoro a tempo indeterminato
- A Devin regalo un ollie alto 20 cm (tanta roba!)
- Alla Carla e Minimal una felice convivenza (non mi ricordo il nome del ciccio)
- Alla Titti e Check regalo un sano figlio
- A Nick regalo un concerto Beat-Box a livello nazionale
- A Giuseppe regalo l'amore di una Angiolina Jolie nel film Hackers insiema ad un Macbook Pro
- A Matteo e Michela una felice convivenza
- A Ladda regalo una pazza serata stile Oktoberfest
- A Matte e Lisa una pronta casa a Savigno
- Ad Elia regalo una donna che lo faccia fermare!
- Ad Alle regalo un lavoro come fotografo in un luogo dove vivere
- A Francesco regalo una donna disinibita
- Alla Sathya regalo un amore stabile e il titolo di istruttrice di Yoga
- A Carlo e Davide regalo un viaggio a Yosemite!
- A Luca regalo giornate 8 ore piu' lunghe
- Alla Raffa e Abba una felice convivenza
- A Matteo del treno una utopica politica pulita e di sinistra
- Agli amici pendolari una linea porrettana sempre in orario
- A Filippo del treno regalo anche la laurea in biologia (why not!)
- Ad SMS Italia regalo una prospera attivita' di servizi
- A Marco regalo una cattedra scolastica di storia
- A Ciacco regalo la creazione di un vino di successo
- Ad Addo regalo una carriera in medicina
- Ad Antonella un nuovo viaggio in Canada
- A Cico, Vigna ed Alex regalo una Dark Room tutta al femminile
- A Damiano e famiglia regalo tanta felicita' (Ribabbo!)
- Alla Robby e Frabbo regalo l'apertura di un agriturismo etico ed organico
- A Daniele e Francy regalo un felice matrimonio
- A Musu e Paola regalo una sana convivenza in quel di Quercianella (quella ondosa di un tempo)
- A Leo regalo una donna coi fiocchi
- A Lorro regalo una nuova glaciazione mondiale (poca neve!)
- Alla Dany regalo l'incontro con la sua rockstar preferita
- A Jack e Lindsey una felice convivenza (I know!)

Ovviamente ho scordato un botto di persone, anche importanti. Me ne scuso in anticipo!
Ora faccio un po' di saluti generali che rigaurdano chi si sente preso in mezzo...

- A chi scia, surfa e ama la neve regalo una stagione stracolma di neve (mi manca!)
- Alle quali attendono in grembo regalo un sano figlio
- A chi e' solitario regalo un incontro speciale
- A chi e' accoppiato regalo tanta passione

A tutti regalo l'essere voi stessi, scoprire i vostri sogni e non aver paura di seguirli.
Ho scoperto, e forse e' cosi' scontato, che la vera liberta' e' l'essere se stessi.
La felicita' non esiste in nessun altro luogo se non dentro di noi.
Tornando con i piedi per terra auguro a tutti un felice Natale e Anno Nuovo!
A chi non crede auguro buone vacanze di Dicembre!
Mi mancate tutti, mi manca il calore di casa (ormai sono 10 mesi che non ne ho una...), il cibo italiano e l'ingrasso natalizio che subirete (qui sempre e solo riso e fagioli...), mi mancano i veri amici e le danzanti serate (basta con il reggaetone!! i wanna rock), ma andiamo avanti in questo sogno chiamato VITA!

Hasta Pronto y Pura Vida!

giovedì 18 dicembre 2008

La folle corsa verso il Sud

Ho iniziato la folle corsa verso il Sud.
A Flores i primi giorno ho conosciuto un ragazzo del Costa Rica, un artigiano di pietre e collari, voleva un passaggio verso il suo paese di origine condividendo le spese di benzina, accettai.
Si chiama Edoardo, un tipo tranquillo ma casinaro quando serve. Abbiamo passato 3 notti folli a Flores, tirando tardi fino al mattino. Il giorno di partire era arrivato, direzione Honduras, 5 ore per arrivare alla frontiera in una buona strada guatemalteca, in mezzo ad una natura selvaggia.
Dopo i soliti problemi di copie, carte e visti in frontiera entriamo in Honduras. La moneta e' il lempiras. Arriviamo di notte in un luogo non certo raccomandabile, Puerto Cortez. Fummo a vendere artisania nella plaza central e recuperammo circa 30 dollari. Mangiammo 2 panini sul tetto di Hope, ormai diventata la mia tavola da pranzo ufficiale, ci si siede sul finestrino con i piedi sul sedile, super comodo.

La notte cercammo un posto dove dormire, passammo dalla gasolinera 24 ore alla stazione dei pompieri, per poi essere condotti davanti al municipio, dove dormimmo in macchina fino alle 7 del mattino, con una guardia che sorvegliava la zona. Ottima dormita e di primo mattino partimmo verso la capitale dell'Honduras, Tegucipalca. Dopo altre 4 ore di guida arrivammo, trovammo la plaza centrale dove vendere artisania, mangiammo e poi comprammo cibo per la sera. La citta' e' veramente pericolosa, la piu' pericolasa vista finora, anche la stessa gente del posto aveva paura quando domandavamo, molti ragazzi e gente fumavano colla per la strada ed anche i poliziotti sembrano non del tutto a posto. Decidemmo di scappare rapidi da quel posto, ma prima dovevamo andare al consolato del Nicaragua, dove Edoardo doveva ricevere il visto. Cercammo un luogo sicuro dove poter dormire, trovammo una gasolinera 24 ore, sempre illuminata e con la guardia. Dormimmo in macchina davanti a decine di ragazzi strafatti di colla. Nessun problema e niente di problematico, erano talmente fatti che non stavano impiedi, le mie prime visioni di una incosciente e povera realta'. Alle 7 eravamo svegli, pagammo alla guardia 1 dollaro di mancia ed andammo alle 8 al consolato.

Attendemmo fino alle 11 il console, nel frattempo conoscemmo un altro ragazzo del Costarica, che era li' per lavoro e che anch'esso voleva arrivare presto in Costarica. Gli dissimo che non potevamo starci perche' noi dormivamo in macchina, e lui disse che ci avrebbe pagato hotel e cibo, cosi' accettammo, ripartendo in 3 verso il Nicaragua. Dopo 2 ore arrivammo alla frontiera, soliti casini e carte da mostrare, nuova moneta, il cordoba. Che casino, ogni volta tutto e' nuovo, ma in qualche ora ce la cavammo e ripartimmo in direzione di Managua, la capitale del Nicaragua, dove il ragazzo aveva un Hotel pagato dal lavoro. Arrivammo di notte dopo 7 ore di guida, l'aria era piu' tranquilla, trovammo l'hotel e dopo una bella doccia calda ci buttammo nella piscina. La camera era grande ed aveva 2 letti singoli e 1 matrimoniale. Che bellezza, dopo qualche birra Tona, non ancora stanchi andammo fuori a cercare festa. Sono dei veri festaioli questi costarichensi. Trovammo uno strano bar, e finimmo in camera in 6...non dico altro...
Dopo la lunga notte insonne la mattina arrivo rapida. Saluti e baci e si riparte verso il Costarica.
Altre lunghe ore di guida e una lunga sosta alla frontiera, senza soldi e una nuova moneta, il Colones. Dopo molte ore di guida arrivammo finalmente a San Jose'. Il panorama stradale del Costarica e' il piu' bello visto finora, sembra di essere in Africa, grandi alberi, steppe e savane.
Arrivammo nella notte a casa di Edoardo, una numerosa famiglia mi accolse e ora sono qui a scrivere in questo quartiere povero di San Jose'.

Troppe cose in cosi' pochi giorni che ancora devo assimilare, sono un po' sballinato da questa folle corsa, ma ormai ci siamo, Panama e' alle porte e il Sud America anche.
In 10 giorni ho passato 5 frontiere, 2000 km, 4 monete e una lingua spagnola che cambia in ogni lato, ora mi rilassero' fino all'anno nuovo nella pura vida di San Jose'.

E' ancora presto per gli auguri di Natale, li sto' preparando per tutti...

venerdì 12 dicembre 2008

Tulum e la corsa verso Sud


Eh bam bam!
Come e' varia ed incredibile la vita, troppe cose sono successe che ora faro' un po' fatica a ricordamele tutte....vediamo un po' dove ero rimasto...

Ah Playa del Carmen, massacri serali con Alle parlando di filosofia ed entrando nella 4 dimensione, troppo difficile da spiegare, danzanti serate con amiche italiane conosciute, le saluto, e il reincontro con Federica, una ragazza mezza italiana e messicana conosciuta a Cuba.

Abbiamo visto praticamente tutto il Jazz Festival sulla riviera maya, dove virtuosismo ed improvvisazione si sposavano nei piedi sommersi dalla fine sabbia.
Decisi che era tempo di partire e siccome Federica voleva andare anche lei verso il centro america, mandai un messaggio a Kristine di CS a Chetumal per vedere se aveva un posto per noi. La mattina prima di partire mi risposte e mi disse che non stava piu' a Chetumal ma a Tulum, perfetto! Ci volevo andare e tutto e' accaduto, solo 1 ora di macchina e siamo la', caricando Amabi, una ragazza israeliana che anche lei voleva andarci. Non potete capire quanti israeliani ci sono nella riviera maya e in centro america, incredibile!



Cosi' arriviamo, ci piazziamo in casa di Kristine e con il suo computer continuo il lavoro sul mio libro, insieme a Federica, che anche lei doveva finirne un altro. Dopo un primo giorno nella splendida e bianca spiaggia ci rinchiudiamo a casa a lavorare. Il giorno dopo guardo le email e scopro che Matte e' a Tulum, proprio dove sono io, era arrivato gia' da un giorno. Gli rispondo e ci organizziamo per vederci, pensa che incredibile casualita'! Ci ribecchiamo nuovamente alla stazione dei bus e ricevo il regalo di Natale, una preghiera fatta in coro a cappella da 6 bambini del posto, amazing! Grandi abbracci per questo reincontro storico!



Dopo una ricerca di un posto tranquillo dove anche poter cucinare troviamo un ostello, e che ostello, pieno di gente splendida. Io dopo 4 giorni mi sento di troppo da Kristine e prendo una camera nel dormitorio, conosciamo tantissima gente, cuciniamo mille cose, pesce al limone, grigliato, al forno e una pasta ai broccoli. Che gusto!

Abbiamo scambiato un tour di snorkeling e pesca sportiva dipingendo un pannello di legno a dei pescatori, 2 giorni di lavoro, fantastico risultato!
Abbiamo visto le rovine di Tulum, ormai non ne posso piu', dire bona, e per quanto mi riguarda quella di Tulum e' una delle spiagge piu' belle del Messico, abbastanza selvaggia, sabbia bianca ed acqua cristallina. Ho perso la marmitta di Hope lungo la sterrata strada che porta alla inutile Punta Allen, ora e' piu' silenziosa di prima.

Intanto Federica la vedo sempre meno, ci si organizza male o poco perche' voglio rimanere fino all'ultimo con i veri amici. Il giorno in cui Matte e la Lisa partirono anche io lo feci, li salutai calorosamente con scambi di oggetti e tanta emozione. Dopo i saluti la mia voglia di partire era irrefrenabile, mi era gia' successo a Flagstaff, dovevo andare e subito sulla strada. Cosi' andai a beccare Federica e con un po' di tristezza le dissi che volevo continuare il viaggio da solo, lei capii e io in 5 ore di guida arrivai a Belize City nella notte. Con solo 5 dollari e senza mappe, chiamai il ragazzo CS che mi avrebbe ospitato e lo seguii per andare a casa sua.


Casa blindata, filo spinato e un cane da guardia, ma fortunatamente anche un parcheggio sicuro per Hope. Mi preparo 200 g di pasta al pomodoro con la mia stufetta da campeggio in questo appartamento vuoto, dato che avevo pranzato solo con ananas e miele organico dei contadini.

Gli raccontai del viaggio a James, questo ragazzo di Taiwan che vive in Belize City con la famiglia da un po', e mi disse i pericoli che correvo e tutte le paure che aveva e che ero pazzo a girare da solo per il centro america. Dopo un po' di chitarra arrivo' sua madre che mi dono' il nuovo testamento, meta' in inglese e meta' in cinese, e dicendomi che in caso di problemi dovevo confidare in Gesu' Cristo. Io li' per li' non dissi niente ed accettai il dono, lo lessi anche, che strana situazione! L'indomani presto mi svegliai e salutai per partire, la madre mi prese per mano e fece una preghiera in cinese per me, una di quelle scene memorabili, il rispetto non mi permetteva le risate... cosi' ritornai di nuovo sulla strada, verso il Guatemala, tappa obbligatoria per arrivare in Honduras, dato che nel sud del Belize non ha sbocchi stradali ma solo marini. Questo ti fa' capire da dove deriva tutta la paura che abbiamo di tutto intorno a noi, e' tutto piu' sicuro e tranquillo di quello che si crede, ma il nostro imprinting cattolico cerca di tenerci gli occhi serrati.

Nel frattempo persi, non so dove e quando, a Tulum, tutti cavi per caricare MP3 e Fotocamera, quindi mi ritrovai senza tecnologia, musica e foto, lunga una strada fitta di naturalezza. In mezzo a fantastiche palme inglobate da folti alberi ho percorso la strada verso Flores, in Guatemala, dove sono ora, in un ostello, pagando 30 queztal a notte, 3 euro e bevendo birra Gallo per 10.
Tanta energia e un flow di nuovo sulla strada ritrovato, tutto accade, sono aperto e ricettivo per questo nuovo percorso in centro america in solitaria che mi aspetta.

Domani parto per l'Honduras con un ragazzo del Costarica, in realta' dovevamo partire gia' oggi ma abbiamo fatto i bagordi ieri e quindi abbiamo rinviato, tra un quasi arresto per atti osceni in luogo pubblico e tanta birra. Pura vida!



Flores non e' niente male, una piccola cittadina in un isola su un bel lago, gente splendida e tanta socialita' e condivisione. Andiamo avanti, domani e' un altro giorno!

sabato 29 novembre 2008

L'attesa e l'abbandono

Dopo le 3 eremitiche settimane all'Havana, rivedo Hope nuovamente, dove l'avevo lasciata, a casa di Ana Lilia, a Cancun. Questa energica 40enne me la ha accudita. E' giunto il grande giorno, l'attesa di un amico era terminata. Sono andato all'aereoporto ad attendere Matte e Lisa, lo vedo, grande emozione e forti abbracci. Ma di Alle nessuna traccia, sapeva la data e gli orari di arrivo e pensavo fosse li' ad aspettarlo, ma cosi' non era.

Andiamo tutti a casa di Ana, cercando di capire che fine ha fatto Alle. Mia madre come sempre mi ha portato l'ottimo Grana, e le cose che gli avevo chiesto, vocabolario e sinonimi. Peccato per la mortadella che e' stata bloccata alla frontiera e non la posso gustare!
Finalmente abbiamo tracce di Alle, ha chiamato Ana, e' in aereoporto, e dopo poco arriva a casa, di nuovo insieme dopo 3 settimane, raccontandoci tutto quello che era accaduto nel frattempo.
Lui aveva vissuto l'opposto di me, feste e sballi folli a Playa del Carmen.

Andiamo tutti insieme l'indomani alla isola Holbox, nel nord del Quintana Roo. Siamo carichi come dei muli, in 4 in macchina con mille zaini, ma alla fine riusciamo ad incastrare tutto.
Hope testa la fiducia che ho verso di lei fermandosi lungo la strada, e, con la pazienza ed incredulita' di tutti, riparte, era solo andata in folle...

Riprendiamo la strada e finiamo per passare in una strada clandestina in mezzo alla selva, per riuscire a non pagare l'autostrada...assurdo! Poi ci fermiamo a Solferino, un pueblo minuscolo dove mangiamo carne alla messicana, con filetto di una mucca uccisa la mattina, e raccogliendo arance per fare la spremuta.
Tutto ottimo, ripartiamo e prendiamo il traghetto per l'isola, lasciando Hope in un vicino parcheggio.

I delfini nuotano a fianco alla barca, e l'isola e' fantastica, un piccolo pueblo di pescatori tra spiagge bianche. Stiamo 3 giorni in quel magnifico paesaggio, fatto di sole e pesce fresco.
Cuciniamo e ci rilassiamo, suoniamo e Matte mi da' le basi della musica. Ora molte cose tornano, sono ricettivo ed attento.

Io ed Alle passiamo una notte folle a parlare di vita fino alle 4 del mattino e la comprensione e' immediata, nessuno scontro, solo evoluzione.

Finiamo i soldi e sull'isola e non ci sono ATM. Fortunatamente cambiamo gli Euro degli amici appena arrivati. Poi ripartiamo verso Cancun, dove Matte e Lisa prenderanno il bus per andare a San Cristobal de las casas a suonare. Cosi', dopo uno stretto viaggio ritorniamo nella orribile Cancun e, dopo le foto di rito su Hope, salutiamo in maniera sentita Matte e la Lisa. Che bella coppia! 2 grandi persone che si uniranno...

Alle decide di ritornare a Playa del Carmen e io lo seguo, cosi' insieme ritorniamo nell'ostello dove lui era stato, per godermi un po' di festa e casino, dato che ormai e' un po' che sono trattenuto.

Ormai siamo 3 giorni che siamo qui, tanto alcool e festa fino a tardi, e' dura ritornare all'estremo, ma pian piano mi ci sto riabituando, ne ho bisogno, Pura Vida anche qui insomma...

Domani andro' in CS da qualcuno, vorrei terminare il libro ed organizzare la mia discesa verso Sud...staremo a vedere!

venerdì 21 novembre 2008

Vivere nell'alma de Cuba

Eccomi qui nuovamente, cosa dire, avrei tanto da dire ma ancora devo metabolizzare.
Faccio un rapido sunto di quello che e' passato in queste 3 settimane.
Dopo Chetumal, Campeche, Merida e Cancun in Messico con Alle, Elia lo avevamo salutato a Chetumal, ho preso un volo aereo per Havana, il 29 ottobre, ritorno il 21 novembre.

Volevo andare a trovare un po' di solitario relax per trovare un po' di energia.
Come sempre il FLOW non manca di indicarmi la strada, sono finito per caso a vivere nel Callejon de Hamel, una delle vie piu' famose ed artistiche dell'Havana.Ho conosciuto tutti e vissuto con loro, i cubani, per 3 settimane in quella via, pagando solo in moneta nazionale, vivendo come i cubani insomma. Ho scoperto tanto e sono successe tante cose in questo tempo. Ho lavorato per 5 o 6 ore tutti i giorni per 2 settimane, ultimando un libro che ora dovro' stampare.


Senza Internet e senza Hope e' stata dura, vera solitudine, nella difficolta' di acquisire vere amicizie cubane. Ho fatto un corso di percussioni, jambe e conga ed imparato qualcosa sulla rumba, son, bolero e cha-cha-cha. Sono uscito poco e ho letto tanto sulla storia del paese in cui mi trovavo, senza guide e senza mappe come solito. Guardavo sempre la TV locale e quello che trapelava dall'esterno, discutendone con i cubani.

Per fortuna non mi scambiavano per Italiano, ma per argentino, spagnolo, arabo o cubano.
Ho gustato le buonissime tortica, dolci di farina locali, il guarapo, succo di canna, e tante pizze per pochi peso cubani. La cosa pazzesca e' la differenza tra il dormire e il mangiare, non ho trovato a meno di 15 dollari per dormire, ma mangiavo per 1 dollaro al giorno. Assurdo, ero ospitato da una giornalista, ho conosciuto il pittore della via, andato a teatro, gustato mohito, daiquiri e la cerveza Bucanero. Una giornata tipo era sveglia alle 9, pratica con la conga fino alle 10, poi lezione di 2 ore con Leo, il maestro che dormiva nella stanza a fianco, poi un po' d'aria, 2 pizze napolitane per 14 peso cubani, 50 cent, non male, 2 tortica, 2 peso, scrivere a macchina per 1 oretta o editare per 4 ore, poi 1 o 2 ore di chitarra e riso con fagioli preparato da Karina e poi letto a leggere per qualche oretta.


Quante cose ho visto di quella incredibile citta'.
Solo ieri ho fatto delle foto, ho girato tutto il giorno con i bus a 40 cent di peso, troppo da guardare. Oggi ho preso l'autobus e con 5 centesimi di euro sono andato in aereoporto, mentre, non conoscendo, all'andata mi hanno spillato 20 dollari. Ora sono di nuovo a Cancun, e' strano essere su un aereo ma non per tornare a casa, troppo strano, quasi assurdo. Ora vado a recuperare Hope e domani attendo Matte in aereoporto.

Mi mancate tutti un sacco, ho voglia di SUD, basta Messico!
Viva Fidel e il socialismo...
Un grosso abbraccio ed un bacio a tutti!

martedì 21 ottobre 2008

Tikal e Belize tra squali e mante...
















Dopo Antigua si parte verso il nord del Guatemala, passiamo attraverso Rio Dulce, bel posto e ottimo pesce impanato, poi diretti verso Tikal, nel Nord estremo, bisogna arrivare prima che faccia buio perche' la strada e' molto pericolosa in quel punto e ci possono assaltare da un momento all'altro, in effetti poi non avevo detto che in Guatemala ce' un ora in meno, quindi viene buio alle 17:30, ma un buio pesto che sembrano le 2 di notte, assurdo, vabbe', ovviamente la strada e' distrutta e ci troviamo al buio con il coltello in mano in una strada dove non passa nessuno in mezzo alla giungla.

Finalmente arriviamo al checkpoint del parco di Tikal, piove spesso e con insistenza, ultimi 15 km che facciamo a luci spente con la luce della luna piena e il rumore di mille animali che escono dalla giungla, fantastico. Arriviamo e troviamo il campeggio dove piazziamo le tende e cuciniamo roba disidratata rimasta da Orizaba, ci dicono che non si puo' entrare di notte nelle rovine perche' ci sono le guardie, desistiamo subito, perche' qui tutti hanno i fucili a pompa come se niente fosse, quindi prenotiamo una guida per domani mattina, ci costa 100 Quetzal + 150 di entrata al parco a cabeza. Quindi sveglia alle 4 e alle 4:30 siamo al ritrovo, notte fonda, luna piena, luci spente e con la nostra guida e altri 2 ragazzi ci dirigiamo al tempio 4, il piu' alto, per ammirare l'alba.

Dopo 40 minuti praticamente di corsa arriviamo in cima alla piramide, incredibile, si vede tutta la capitale maya, le altre piramidi che escono dalla giungla e la nebbia, rumori di scimmie, tucani e tanti uccelli a 50 metri sotto di noi. Stiamo li' per un po' da soli poi facciamo tutto il tour tra diverse piramidi di 2000 anni fa', saliamo sul tempio 5, bello ripido, 40 metri con una scala da brividi, praticamente una scala a pioli con qualche spiazzo...dopo si arriva alla piazza della citta', poco da dire, incanto, ritorniamo alla tenda per riposarci e mangiare poi verso le 17 riprendiamo la strada e rientriamo al parco, dove pagando una guardia stiamo dentro fino alle 19 godendoci il buio e l'essere soli in quel posto incantato.

L'indomani si parte per il Belize, diretti verso Belize City, si cambia stato, altri 2 timbri sul passaporto e fila alla dogana e di nuovo novita', lingua inglese, moneta dollaro belizegno, e praticamente tutti di colore. L'ingresso in Belize viene accolto con una pioggia tropicale con tanto di lampi e tuoni talmenti vicini da fare tremare la terra, tutto e' coloniale, tutti africani e rasta, le strade non sono messe male e dopo poco arriviamo a Belize City, dove ci accoglie il delirio del commercio turistico, ci fermiamo per mangiare e veniamo assaliti da quelli che offrono i giri in barca sugli atolli, mangiamo locale, riso con fagioli ed insalata e capiamo subito che tutto e' piu' caro e che se vedono che sei turista cambiano i prezzi, non certo il nostro posto per le nostre politiche economiche, ma ci adattiamo e andiamo a cercare il posto piu' economico, 60 dollari locali in 3 per una bella stanza con 3 letti, qualche topo ma roba da ridere. Sembra di essere in Africa, assurdo come cambiano i paesi in pochi fazzoletti di terra.

Andiamo fuori a mangiare cinese e poi a letto, ci organizziamo per domani dato che davanti a noi, ho finalmente visto il Mar dei Caraibi, ci aspetta la seconda barriera corallina piu' grande al mondo e molti atolli e isole, il business dell'isola e' solo quello praticamente. Decidiamo di cercare un imbarco per una isola disabitata dove prepariamo tutto per stare 2 o 3 giorni da soli sulla famosa isola deserta. Chiediamo e capiamo che ci sono isole con anche solo una palma e basta, ma decidiamo per San Pedro, nel Nord dovrebbe esserci vegetazione almeno per costruire qualcosa e girare nella selva. Cosi' decidiamo e partiamo, abbiamo zaini, tende, sacchi a pelo e il boccione da 20 litri, 20 kg in piu' da portarci dietro...i furbi direi.

Si parte e in 1 ora e mezza siamo a San Pedro, niente male, palme e spiagge bianche, la bella vita come sempre, cerchiamo un imbarco per il Nord dell'isola ma ci costa troppo quindi decidiamo di campeggiare lungo la spiaggia a Sud, l'unico posto che ci dicono sia possibile....dopo tanto camminare con l'imgombrante peso, arriva buio e non troviamo il posto, inizia a piovere e ci rifugiamo in un resort, e' un posto da ricchi o da chi vuole tutto gia' organizzato insomma. Andiamo verso il centro, ci blocca un signore di colore, ci dice i posti dove andare e ci dice che ha una bazza e di seguirlo, dopo qualche incertezza per la nostra incolumita' decidiamo di dargli fiducia e con il coltello in tasca gia' aperto lo seguiamo in strade buie, alla fine ci porta in un bel posto con un bar, dove conosce un amico che ci fa' 50 dollari per tutti e 3, niente male e una stanza bella grande. Dormiamo e ci cuciniamo scatole di fagioli, tonno e cipolla, ottima cena!

La sera stiamo al bar a bere 2 birre locali e poi usciamo verso il centro, e' lunga, sono 3 km, ma con calma si arriva...andiamo in questo bar Rock che ci avevano detto, con una band live ci gasiamo con del rock e facciamo i pazzi saltando nella pista, ci mettono pure i Ramones, paura!
Abbiamo chiuso il locale e ballevamo solo noi per tutto il tempo, qualche smorto gringo e solo pochi gueri come noi in tutta la citta'. E' dura parlare inglese dopo 3 mesi di spagnolo, mi sento un mongolo e mi viene da parlare solo spagnolo, ma dopo un po' lo switch english ritorna e si parla senza pensare inglese, e' strano e molto difficile, anche se mi gusta molto ora lo spagnolo...

Compro maschera e boccaglio e l'indomani cerchiamo un posto dove fare lo snorkeling tour sul reef, il reef si vede da dove siamo, le onde si infrangono a 500 metri in mezzo al mare, una assurda linea bianca. Troviamo il tour piu' economico girando, 35 dollari US, 20 euro circa per 3 ore in 2 posti diversi. Partiamo e siamo in 5 in barca, dopo 30 minuti siamo al reef, la nostra barca e' piena di pesci nell'acqua cristallina sotto di noi, scendiamo dalla barca e subito ci accolgono 2 mante di un paio di metri e uno squali di 3 metri in lontananza, seguiamo il tipo e ci porta al reef, impressionante, mille pesci di mille colori, difficile da spiegare, chi e' stato al reef sa' e chi non ci e' stato e' meglio che ci vada, mante tigre grandi come le mie mani aperte passeggiano con leggiadria a mezza altezza nel fondale di 10 metri, coralli viola e pesci giganti.

Dopo cambiamo posto ed andiamo a Shark Alley, ad appena 3 minuti, appena arrivati la nostra barca e' circondata da squaletti di 2 o 3 metri sotto, dopo qualche esitazione a saltare in acqua lo facciamo e tocchiamo gli squali, giochiamo con mante giganti, poco da dire, un altro sogno.
Poi l'indomani giornata relax e oggi partiamo con la lancia per Belize City, dove recuperiamo la macchina e partiamo alla volta di Chetumal, dove siamo ora, in Messico di nuovo con altri 2 timbri sul passaporto...Viva Mexico!

Alla prossima, ecco un link con altre foto di Orizaba, per le altre foto appena riesco le posto...

venerdì 17 ottobre 2008

San Marcos de la laguna ed Antigua
















Dopo il mercato fantastico a Solola, partiamo per la volta del pueblo San Marcos de la laguna, che dopo molte indicazioni errate lungo la strada troviamo, disperso nella selva. Ci fermiamo a mangiare e dormiamo in una topaia in 3 per 100 Quetzal.

L'indomani scopriamo che vicino al lago esiste un mondo a parte, un mondo che ci avevano detto esistere in quel posto e per cui eravamo andati li', fatto di Hippie, centri di meditazione, yoga e qualsiasi cosa di spirituale vi venga in mente, in mezzo alla giungla, tante palme e sul lago, con una vista mozzafiato, tanto vegetariano, che inizio ad apprezzare molto.

Il posto e' pieno di energia, l'aria e' elettrica e dopo un bel bagno rinfrescante decido di dedicare un paio di ore alla meditazione sotto un albero, molto intenso, decidiamo di accamparci lungo il lago e troviamo il nostro posto, solo che quando arriviamo e' gia' occupato da persone che suonano i bonghi e cantano davanti ad un fuoco. Conosciamo queste splendide persone e ci divertiamo molto quella sera, dopo tanto suonare e guardare la luna quasi piena ci mettiamo a letto, in 3 nella tenda da 2 come sempre, caldo e tante zanzare.

L'indomani decidiamo che e' ora di partire, andare verso Antigua, la citta' antica del Guatemala, piu' ricca di vita e cosi' la mattina dopo un incontro con Papillon, il personaggio conosciuto la notte parliamo tanto di calendario Maya e vita, ci offre semi di cacao freschi, buonissimi, mai mangiati proprio dal seme, e ci salutiamo con il saluto a spirale, una persona speciale.

Partiamo alla volta di Antigua dove arriviamo la notte e dove, cerchiamo un posto dove dormire, un ostello, giriamo un po' e chiediamo in giro, girando tra i ciottoli della citta' tutti e 3 sul tetto della macchina senza nessuno all'interno, suonando il bongo che ho comprato prima di partire a San Marcos per 200 Quetzal, 20 euro, suona anche bene. Troviamo un posto assurdo, una guest house con anche una ragazza italiana all'interno nel ristorante, sono tutti sbronzi al bar e ci offrono da bere gratis e stiamo li' fino a tardi a fare bordello con il barista e gli altri, alla fine ci danno una camera per 100 Quetzal, non male.

Il giorno dopo giro in centro per la bella citta', ricca di portici per ricordare la lontana Bologna, e buon cibo baratto. Poi ritorniamo e il barista ci informa che stasera ce' una performance live di musica e che se vogliamo possiamo partecipare anche noi. Cosi' facciamo, tiro fuori chitarra e bonghi e ci diamo dentro, saremo una decina di persone, un violino, diverse chitarre, e tamburi.
Dopo aver seguito qualche ritmo e grazie anche a qualche bicchiere di vino prendo coraggio, dichiaro gli accordi e parto con la mia amata Creep Live, finalmente suonata da me, tanta emozione...ma alla fine e' andata bene, una buona Jam Session, poi abbiamo messo un po' di musica noi come solito ed abbiamo fatto brillare il locale saltando e ballando come i pazzi e bevendo Firewater locale, incredibilmente folle fino a chiusura, poi letto cotti.

Ora siamo in Belize, Belize City, ancora devo raccontare di Tikal, la capitale Maya...alla prossima!

venerdì 10 ottobre 2008

Centro America: Guatemala
















Eccoci, dopo le belle spiagge pacifiche e tropicali, massacrati dalle zanzare ci siamo diretti verso il Chiapas, territorio di lotta e liberta', diretti verso San Cristobal de la casas, bellissimo posto pieno di colori e artigianato locale. Lungo la strada la differenza si nota, poverta', puebli allagati e tanta spazzatura lungo la via.

Dopo un giro nel bel mercato, andiamo a conoscere il contatto che avevamo, ma non ha posto dove ospitarci, quindi troviamo un ostello, 30 pesos in dormitorio, mica male, 2 euro...tanta gente interessante dentro, e poi fuori per un gelato e qualche tortas, in giro per la piazza e un po' di musica live dentro ad un baretto davanti ad una cerveza superior.

Decidiamo l'indomani di svegliarci presto e partire verso sud, cosi' dopo un buon caffe' organico locale nella nostra moka si ricarica tutto in macchina, che ormai, tra pelli di capra e mucca, con cui copriamo l'interno e la spazzatura e sporcizia davanti, non farebbe gola neanche ad uno zigano, ripartiamo, destinazione Guatemala.

Quindi lungo impervie strade, 2 nuovi timbri in dogana, finalmente anche quello del Messico prima di uscire, si arriva in Guatemala, in macchina dentro ad un mercado con gente ovunque, incredibilmente bello, tutti indigeni con vestiti locali, coloratissimi e occhi pieni di stupore, tante risate, vedendo Chocki davanti alla macchina, ma diversamente dal messico, senza barriere di timore iniziale. Dopo aver cambiato la moneta, i Queztal, 10 sono 1 euro, un po' piu' valente del peso messicano, e dopo qualche difficolta' a trovare un banco da cui tirarli fuori ci inoltriamo nel derrumbe, dentro una strada, distrutta e piena di frane che ci porta vicino al lago Atitlan, la nostra destinazione. Arriviamo alle 20 di sera, in un pueblo prima del lago, decidiamo di cercare un cuarto dove dormire, lo troviamo per 60 queztal in 3, assurdo niente e neanche male, finalmente 3 letti e non il pavimento.

Ci avvertono che l'indomani c'e' il mercado grande nel pueblo ed anche che abbiamo perso un'ora, quindi sono 8 di differenza dall'Italia, sono le 19:30 ed e' buio pesto, come se fossero le 2 di notte, incredibile e strana sensazione. Poi usciamo e vediamo tutta la preparazione del mercato di notte, camion pieni di banane e persone che spostano sacchi di patate da 50 kg con una corda sulla fronte. Quindi cibo in un locale e poi a letto, suono un po' di chitarra, finalmente inizia ad uscire qualcosa si piu' fluido, e poi letto. Sveglia alle 8 questa mattina e poi gia' dalla porta dell'abitazione fuori e' il delirio del mercato, un mercato indigeno incredibile, gigante, tutti vestiti tipici, mai visto niente del genere, penso il piu' bello spettacolo tradizionale mai visto in vita mia, oltre che il miglior mercato. Vendono di tutto, abiti fatti a mano, verdura, polli vivi, qualsiasi cosa, io compro pantaloni e cintura locali fatti a mano per poco e regresso qui dove sono, molto intenso!

Tra 10 giorni Elia ci abbandona per andare in Nuova Zelanda, io ho intenzione di ritornare in Messico da Palenque verso lo Yucatan, con Alle o senza, per poi trovare un imbarco o un volo cheap da Cancun verso L'havana, e starci 3 settimana nella capitale cubana per viverla, affittarmi un cuarto dove mi dedicherei alla scrittura, musica e pittura, vedremo...tutto cambia ed evolve, seguiamo il flusso, ho voglia ancora di stare solo per un po', ognuno ha il suo flusso...lo sento.

Alla prossima!

martedì 7 ottobre 2008

Folletti e grilli






Ciao a tutti,
dopo la montagna ci siamo diretti a Oaxaca, dove nel mercato abbiamo assaggiato i grilli fritti, un po' strana come sensazione, giusto perche' sai che hai un grillo in bocca e ti si incastrano le zampette tra i denti, alla fine non sono male, molto proteici ma diciamo che e' un problema mentale nostro, per il resto e' piccante anche.

Poi ci siamo diretti a San Jose del Pacifico, la patria del derrumbe, i funghi dei puffi diciamo, pero' a sto' giro per altri motivi non ho esperenziato, ma siamo andati nel bosco a raccogliere porcini e finferli e ce li siamo mangiati e cucinati da soli con il riso, ottimi e freschi!

Poi siamo andati a Puerto Escondido, ottimo giro nella city, spot da surf da paura, la pipeline messicana, troppo grosse e pochi in acqua, poi mangiata di pesce niente male e cerchiamo un posto in spiaggia dove accamparci, lo troviamo, e ci piazziamo con il sacco a pelo sulla spiaggia, il mare sembra lontano.

La mattina alle 7 veniamo svegliati dal mare che ci inonda e ci inzuppa, quindi prendiamo ed andiamo a Huatulco dove abbiamo un contatto CS, bel bagno in mare limpido e caraibico, caldo porco, ottimo per asciugare i sacchi a pelo, poi a casa di questo tipo inglese simpatico a fare balotta e cucinare pesce e gamberetti presi al mercato.

Ora andiamo in Chiapas, a San Cristobal de la casas, poi sparati verso il Guatemala, vedremo, Hasta Luego!

martedì 30 settembre 2008

Lacrime in vetta...5600 metri!

Intanto tranquillizzo con il dire che siamo tutti vivi e belli vegeti, anzi direi ricchi, piu' ricchi di qualsiasi persona con il denaro e il cuore pieno di emozioni uniche e indescrivibili, ma ora un po' di quello che e' successo lo spiego...

- Primo giorno

Siamo partiti da Mexico DF alle 15 del pomeriggio, di non so' quando perche' non so' che giorno e' oggi, diretti a Tlachichuca dove Joaquin Cancola ci ospitera', dato che quella e' la citta' piu' vicina al vulcano.

Dovrebbero essere poco piu' di 200 km e quindi in poche ore dovremmo arrivare, ma data la nostra plumma decidiamo di non prendere l'autostrada, dato che in Messico e' molto costosa, ma la LIBRE, la strada normale. Beh fatto sta' che tra milioni di TOPE (i dossi, che sono ovunque), strade distrutte e strette siamo arrivati nel pueblo a mezzanotte, 9 ore di guida, poco! Pero' Joacquin ci ha atteso e in poco tempo e con tanta stanchezza siamo gia' nella nostra camera da 120 pesos, finalmente un letto!

- Secondo giorno

Ci svegliamo, ottima dormita, prepariamo lo zaino con attenzione, cibo per 7 giorni, picozza, cramponi, scarponi, il mio orologio nuovo da montagna segna 2700 metri. Dopo una colazione salutiamo e prendiamo informazioni da Joacquin e partiamo zaini in spalla verso il centro. Ci beviamo una ultima birra prima di abbandonare la civilta', foto di rito e si prende un taxi per 200 pesos verso Hidalgo, l'ultimo pueblo prima del vulcano, a 3600 metri. Dopo 15 km e 1 ora di strada distrutta fatta per i 4WD arriviamo al posto, case di legno diroccate e un centinaio di anime. E' brutto e nuvoloso ed inizia a piovere, camminiamo verso la via del campo base e troviamo un posto dove piazzare la tenda da 2 e in cui staremo in 3, sotto l'acqua battente. Prepariamo il cibo in tenda con la stufetta, poi a letto presto, non ho dormito tutta notte, mille pensieri in testa e la testa che non si ferma mai, era quasi come se non sapessi piu' come si dorme, boh sara' l'altitudine.

- Terzo Giorno

Sveglia alle 8, nessun problema di altitudine e ottimo acclimatamento, oggi si parte per Pietra Grande, il rifugio a 4260 metri, il campo base dove tentare la vetta. Ovviamente questo non e' il periodo migliore per la scalata, dato che e' tempo di piogge, sarebbe da novembre a marzo, infatti piove sempre e sotto l'acqua smontiamo tutto, carichiamo in spalla e si parte per i 12 Km verso il rifugio. Arriviamo dopo
6 ore di cammino e diversi bivi di cui non sapevamo la direzione, dopo alcuni errori ed interpretazioni delle gomme da jeep tipo CSI arriviamo in cima, sfatti, sotto la nebbia e pioggia fitta e con le gambe abbastanza a pezzi. Il fiato e' corto a quell'altezza ma nessun mal di testa questa volta. Gli zaini non sono poi cosi' leggeri, male alle spalle e relax nell'interno del freddo rifugio, direi una ghiacciaia. Subito un the' per scaldarsi e poi zuppa di pollo e riso al pomodoro in busta, MSG a gogo ma non male. Quindi a letto presto, decidiamo domani cosa fare, abbiamo 2 alternative, riposarci e tentare la vetta la notte successiva con una salita impegnativa e lunga oppure fare un campo alto per acclimatarci meglio e ridurre la distanza nel summit day. Tutti a letto, lo stomaco e' in subbuglio e ovviamente non riesco a dormire, penso tanto e la mente non stacca, occhi chiusi, freddo pavimento di legno ma niente dormire.

- Quarto giorno

Sveglia alle 7, il the' ci vuole e poi vado fuori, fino a ieri non si vedeva niente, neanche la vetta, la nebbia impediva di vedere, ma il cielo azzurro preannuncia novita', il barometro annuncia un cambio di pressione, miglioramente in corso. Vado fuori e vedo uno spettacolo stupendo, nubi ovunque sotto di noi e l'alba che spunta colorandole di rosa, poche parole e bocca aperta. Dopo qualche scatto torniamo dentro e decidiamo, la scelta va' per il campo alto, cosi' per farne esperienza e anche per ridurre il tempo per la vetta. Cosi' prepariamo gli zaini e alle 10 partiamo verso l'alto, arriva la nebbia e dopo 3 ore arriviamo in cima, dove inizia la neve che nevica.


Troviamo il campo a 4800 proprio sotto il labirinto e con tempismo e coordinazione montiamo tutto al volo e ci buttiamo dentro, il freddo si sente e la salita di 600 metri circa anche, con quello zaino pesante. Ci prepariamo del cibo sciogliendo della neve e poi alle 20 siamo a letto, sveglie puntate alla 1 di notte, domani e' il summit day ed ovviamente non si dorme ancora!

- SUMMIT DAY

Alla 1 le nostre sveglie suonano contemporaneamente e dopo qualche sguardo di comprensione siamo gia' tutti svegli, la tenda e' ghiacciata, uno strado di brina la ricopre, prepariamo un the' e del musli' e poi ci prepariamo, uno alla volta, vista la stretezza della tenda e pian piano ognuno va' fuori a sistemare lo zaino, il mio orologio segna -5, alle 2:30 siamo tutti fuori a montare ramponi e predisporre tutto, poi alle 3 si parte, diretti verso il labirinto, una parete di 200 metri ripida mista rocce e neve. Decidiamo senza cordata ma con attenzione procediamo e alle 4:30 con le nostre frontali nel buio riusciamo a saltarci fuori grazie ad impronte trovate qua e la'.

Ora siamo a 5000 metri, piazziamo picchetti per la nebbia e segnamo i gradi della bussola nei cambi di direzione, siamo alla base del ghiacciaio, ancora e' buio pesto, anche se il cielo e' uno spettacolo di luci intense senza luna, assurdo, le stelle sembrano dipinte.

Decidiamo di andare su in cordata, il ghiacciaio e' ripido 35 gradi e sale per 600 metri, sono ancora 4 ore di cammino, la cordata aiuta nel caso di scivolata e prontezza degli altri 2 con il self-arrest a bloccarla, ma e' anche pericolosa perche' puo' tirare giu' tutti e 3 in fondo al ghiacciaio. Ci fermiamo per problemi di freddo e per respirare con maggiore profondita' ogni 20 passi. La vetta sembra non arrivare mai, non si vede la fine.

Finalmente arriva l'alba, siamo all'ombra e il sole non lo vediamo, ma i colori illuminano a giorno la neve sotto di noi.

Questa montagna ha preso vite e quindi bisogna rispettarla. Con tanta attenzione ad ogni passo pian piano si sale, ormai sono le 7, finalmente vediamo con la luce la fine della salita, l'arrivo sul bordo del cratere.

Arriviamo e la luce del sole ci abbaglia, mi volto e appena vedo lo spettacolo che mi trovo davanti le lacrime scendono da sole come mai successo in vita mia, il sole dell'alba e un mare di nuvole rosse davanti a me mi fanno pensare a dove sono e quindi non trattengo niente, lacrime e ricordi indelebili a vita, impressi a fuoco sul cuore.

Ci abbiamo messo 4:30 a salire, dovevamo mettercene 6, una ascesa di 900 metri su quello che e' il quarto vulcano piu' alto al mondo.

Sulla mia destra vedo una cosa mai vista, una immensa ombra del vulcano si staglia nelle nuvole e nella terra, incredibilmente immensa e maestosa!


Poi andiamo verso la croce, qualche foto e dopo 30 minuti si inizia a scendere.


Paura in discesa con quella pendenza ma ormai era fatta, andiamo giu' in glissade con la picozza e alle 10:30 siamo al campo alto, il sole e' forte e caldo a quella altezza, crema obbligatoria e maschera, smontiamo tutto con calma dopo un po' di riposo e poi si scende con tanta fatica al rifugio, tanta discesa per i doloranti polpacci che chiedono pieta'. Alle 13 siamo al rifugio e ci prepariamo a goderci il cibo che avevamo lasciato per il successo.

Scopriamo ben presto che ce lo hanno rubato, cosi' ci tocca farci delle tortilla con fagioli e del riso in bianco, argh! Tanto riposo, acqua e stomaco ancora in subbuglio. Poi barrette di cereali per cena e poi letto con i topi che ci giravamo per i sacchi a pelo. Finalmente dormo sono a pezzi, giornata intensissima ed incredibile, ho un sorriso che non riesco a controllarlo. Ce l'abbiamo fatta!

- Sesto giorno

Sveglia alle 8, una dormita lunga 11 ore, il solito bel the', nuvole ancora piu' basse questa mattina, poi si prepara tutto e si parte verso Hidalgo, il pueblo a 12 km, si canta, urla, ride e scherza, tante foto e la vetta che ci sovrasta incontrastata lungo la via.

Dopo 4 ore siamo al paese, distrutti e con le gambe a pezzi per 4 giorni di cammino senza sosta. Troviamo un ride a 150 pesos per portarci a Tlachichuca, dove appena arrivati ci concediamo una mega tortas alla milanese e delle birre per festeggiare, poi a letto da Joacquin cotti e poi, dato che la persona che ci aveva dato il passaggio ci aveva detto che c'era una festa in un paese vicino alle 20 prendiamo e in macchina ci andiamo, fantastica e folkloristica festa fatta di fuochi d'artificio e tanta cristianeita', doppi parchi e tanta musica e gente in un pueblo a 3000 metri di 500 anime che solo in quella sera si era trasformato in migliaia. Ancora cibo e birra e con le gambe a pezzi torniamo a casa a dormire, un letto dopo 5 giorni di contatto con la terra. In pochi arrivano al rifugio senza Jeep, noi lo abbiamo fatto per il rispetto alla montagna e ci ha premiato nel migliore dei modi.

- Settimo giorno

Pigliamo la macchina, carichiamo tutto, salutiamo Joacquin, splendida persona e poi partiamo diretti verso Oaxaca, dove siamo oggi, bella citta', domani andiamo forse al mare a Puerto Escondido, a rilassarci! Hasta luego!