domenica 31 maggio 2009

Lago Titicaca...e l'ingresso in Bolivia

Dopo il ritorno a Cusco e un paio di giorni di relax dalle stancanti avventure da cinema, ritornammo sulla strada alla volta di Puno, il punto di partenza per entrare nel lago Titicaca, il lago navigabile più alto al mondo, 3800 metri.



Partimmo presto e alle 12 eravamo già a Puno, attraversando una grande pampa, fermi in piazza decidemmo cosa avremmo fatto in quel posto, andare su una isola in mezzo al lago...i prezzi erano alti e senza timore pensammo di andare con la macchina verso una penisola e tentare di trovare una lancia per arrivare alla isola Amantani o Tachile, presenti nella strada della Chakana.

Così tornammo indietro e dopo 1 ora di strada polverosa arrivammo alla punta, iniziammo a chiedere in giro se qualcuno aveva una barca per portarci sull'isola, erano le 15 e tutti già dicevano che era troppo tardi, la capitaneria non permetteva la navigazione per via delle onde, insistemmo, trovammo una persona disposta ad un prezzo ottimo e tentammo la navigazione, ci avrebbe portato sull'isola, sarebbe dormito in barca e domani saremmo ritornati sulla terra ferma. Era un sogno arrivare su quella magica isola la notte e campeggiare....così preparammo tutto e raggiunsimo la barca....una vecchia carretta che faceva acqua da tutte le parti, non proprio in belle condizioni ma alla fine senza paura presimo il largo, 1 ora di balneazione...



Eravamo io, i 2 argentini, il marinaio e sua figlia di 8 anni...era freddo e l'altezza mischiata alla brezza del lago facevano rabbrividire la pelle. A rotazione con dei secchi toglievano l'acqua che si accumulava sul fondo della barca. Arrivammo alle 17 sull'isola che già calava la notte, camminammo circa 10 minuti per trovare un buon posto dove piazzare la tenda e iniziammo la preparazione della casa notturna.



Iniziammo a girare per l'isola alla ricerca di legna per fare un falò ed arrivammo a casa di alcuni abitanti dell'isola, iniziammo a chiedere e dissero che nell'isola non c'era legna, ma con grande sorpresa ci invitarono ad una cerimonia speciale che avveniva proprio quella sera e che riuniva 2 comunità dell'isola. La cerimonia riguardava la richiesta della mano di una ragazza dell'altra comunità da parte del fratello che ci aveva invitato....fantastica tradizionalità...non sapevamo bene cosa fare...arrivammo alla casa e ci invitarono in una stanza con 4 letti, una piccola stanza, già gremita di persone, tutti campesini nati sull'isola che parlavano solo Quechua e tante donne con i loro vestiti tradizionali sedute sui letti. Eravamo almeno 25 persone in quella stretta stanza, iniziarono ad offrirci foglie di Coca, che tutti masticavano con abbondanza, eravamo circa a 4000 metri ed iniziarono il rituale.

La cerimonia consisteva nel portare pane, frutta, bevande, foglie di coca, gallette e di tutto un pò dentro tele colorate, chiamate Tavole, in base alle persone presenti contavano una quantità di prodotti diverso, una scena incredibile...preparate le tele, le donne e il richiedente le portavano sulle spalle, ognuno di noi aveva qualcosa da portare e con una lunga processione nella notte ci dirigemmo nell'altra comunità...che notte magica, una via lattea senza parole guidava il cammino.


Arrivammo dopo 20 minuti di cammino abbastanza affaticati a casa della ragazza. Solo luci di candela illuminavano la piccola stanza fatta di mattoni di fango, la madre e il padre della ragazza giacevano sul letto e altre persone e donne stavano tutto intorno alla stanza, entrammo con delicatezza ed appoggiammo tutti i beni in fronte al padre e alla madre e ci mettemmo a sedere.
Il padre iniziò a parlare, puramente in Quechua, rivolgendosi alla figlia e il suo ragazzo, poi fù il turno della madre che con le lacrime parlo molto singhiozzando e tutte le donne intorno fecero lo stesso, non sò cosa stesse dicendo...dopo circa una ora dentro la casa, mostrando tutti i doni portati il padre accetto e la cerimonia si concluse...ritornammo a casa e ci offrirono pane, foglia di coca e un arancio.

A notte fonda ritornammo alla tenda e dormimmo fino al mattino mirando e cercando di capire in quale luogo magico ci trovavamo...ammirando il lago dall'isola. La mattina arrivò presto e fecimo un giro intorno all'isola per cercare il paesino dove bere qualcosa di caldo.

Camminammo 30 minuti e fecimo colazione, non c'era nessuno, solo gente del posto, nessun turista, fantastico, ritornammo alla tenda, la disarmammo e ritornammo sulla barca che ci stava attendendo per il ritorno nel piccolo porticciolo fatto di pietre.


Mi piazzai in cima alla barca per rilassarmi ammirando il paesaggio che passava intorno...in 1 ora ritornammo, faccia rossa di quel fresco sole di altura...piazzammo tutto in macchina e ripartimmo alla volta della Bolivia.


Arrivammo alla frontiera con la Bolivia, Desaguadero. Un posto assurdo, arrivammo tardi e non potevamo fare le carte per passare con la macchina, dovevamo attendere in quel posto di frontiera, primo forte impatto con la Bolivia, molto diversa dal Perù.


Dormimmo in un posto da 1 dollaro a notte e la mattina presto iniziammo a fare le carte per entrare in Bolivia.
In poche ore eravamo dentro, e ci dirigemmo nella vicina Tihuanaco, il centro energetico della Chakana, un punto magico. Ci fermammo ad ammirare le rovine, dove, nel punto centrale del tempio la mia bussola inizio ad impazzire, segnava il Nord sempre verso di me, ovunque mi girassi e camminassi in quel tempio il Nord ero io, si era bloccata, qualche forza magnetica misteriosa...chissà, comunque faceva impressione questa cosa. Girammo per tutto il sito archeologico e poi ritornammo sulla strada alla volta de La Paz.

Arrivammo a La Paz dove cercammo un posto comodo dove stare e rilassarci, trovammo per caso un ostello molto gringo, tutti che parlavano inglese che sembrava di essere in USA, una cosa assurda, ci piazzammo lì perchè aveva la doccia calda e alla fine non costava molto il dormitorio.

Ci divertimmo molto, vendii molti libri anche se la gente non sapeva leggere spagnola, mah, qualche partita a biliardo, tanta scrittura a macchina e molta musica d'improvvisazione con gli argentini, veramente ottimo.

Girammo per la città e andammo al mercato più grande del Sud America, in cima alla montagna, qualcosa di assurdo, vendono di tutto, puoi costruire un aereo se vuoi...ci vogliono 2 giorni per visitarlo tutto...super economico!
Dopo i 4000 metri di La Paz siamo ripartiti verso Oruro e ieri sera siamo arrivati a Potosì, avevo la febbre a 40 e oggi già sto meglio...tutto in ordine, presto in Chile....un abrazo!

mercoledì 27 maggio 2009

È tutta una intervista!

Adesso sono a La Paz in Bolivia,
oggi sono andato da Toyota qui e domani ho una intervista con TV e giornale nazionale...mica male!
Ecco un nuovo video in spagnolo fatto a Lima in Perù:

http://www.elcomercio.com.pe/
http://www.bbc.co.uk/mundo/america_latina/2009/05/090521_video_italiano_viajero_ms.shtml

Fatevi 2 ghigne con il mio spagnolo
Hasta pronto!
Ho provato a chiamare a casa ma non trovo nessuno...domani riprovo!
Un abbraccio!

venerdì 22 maggio 2009

La valle sacra degli Incas...senza parole!

Bene...tante cose come sempre succedono e solo ora riesco ad aggiornare tutto quello che è successo...è passata credo una settimana ma ci si potrebbe tranquillamente girare un film intero...incredibile quante cose succedono...troppo dura trasmetterle...ci provo...

Dopo Ica sono arrivato a Nazca, dove volevano 40 dollari per 15 minuti in aereo per vedere le famose linee...ho deciso che le avrei visti da alcune montagne vicine e dalla torretta all'ingresso, così feci, impressionanti...una pampa rocciosa veramente unica e immensa.

Il problema fù che dopo Ica il caricatore delle batteria della macchina fotografica si ruppe e quindi niente foto di Nazca e tutta la strada fino a Cusco.

Dopo una notte da 3 euro a Nazca ripresi la strada la mattina alla volta di Cusco, per una strada alternativa, dove non tanti passano, una lunga salita mi porto fino a 4500 metri, in una pampa incredibilmente immensa, ricca di alpaca peruviane rare e lagune incantate, credo una delle migliori strade che ho incontrato in tutta America, un ecosistema di ambienti che variano in poche centinaia di km. Arrivai in un piccolo paese a 3000 metri, dove tutto era stra-economico, mangiai e dormii per riposarmi dal viaggio, che alla fine prese tutto il tempo della giornata.

Diedi molti passaggi ai campesini lungo la strada e sempre alla fine mi chiedono "Quanto è?", io gli regalo un libro e gli dico "Siamo a posto così", mi ringraziano, è gente splendida e pura, veri lavoratori della terra!

Il giorno dopo ripresi la strada ed arrivai nel pomeriggio a Cusco, cercai il caricabatterie e lo trovai per pochi dollari, ottimo, feci un giro nella città, vendii qualche libro nella piazza, scrissi un pò, toccai la chitarra, poi trovai un ostello economico con parcheggio e mi rilassai. Conobbi bella gente e cercai di informarmi su come arrivare al Machu Picchu, dato che non avevo idea di niente. Con sgomento scoprii che per percorrerlo camminando attraverso l'Inca Trail, bisogna prenotare 6 mesi prima e costa minimo 350 dollari per 4 giorni e 3 notti di cammino....pura follia!



Il Machu Picchu in questi ultimi anni per il Perù è diventata una questione politica, tutto dato in mano ai tour e poche altre maniere per goderlo...se non andandoci in treno e bus, cosa che al pensiero mi dava, e continua a darmi, molta tristezza.

Parlai con molti e trovai una alternativa, un altro cammino Inca gratuito che passa da un'altra parte, circa 50 km di camminata in 3 giorni, ottimo, visionai mappe e con la mia solita accuratezza quando tento di intraprendere imprese solitarie azzardate, misi tutto in ordine e presi tutte le informazioni, si poteva fare solo e senza guide...così ci provai.

La mattina feci una buona colazione e lasciai l'ostello, attesi in piazza il contatto Couchsurfing di Cusco per poter organizzare la spedizione senza pagare niente, e alle 2 lo incontrai in piazza delle armi. Una persona splendida, Hermogenes, molto spirituale, sapeva tutto di cosmologia andina, di Chakana e di tante cose interessanti, mi disse che non aveva una casa in Cusco disponibile ma che potevo stare da sua madre a Chinchero, qualche decina di km fuori dalla città, dove mi avrebbero accolto con piacere. Così con lui uscii e mi diressi in un piccolo cuore campesino a 3700 metri a 30 minuti da Cusco. Un luogo incantato, la vista delle Ande innevate e una laguna a specchio...poche parole, mi fece vedere il progetto che stà costruendo in cima ad una collina, una zona di promozione turistica della vita campesina, una ottima cosa, e poi andammo nella casa dei suoi.



In mezzo ai campi, tutte case fatte di fango e terra, tanti maiali, mucche, anatre, asini, sembrava di essere ritornato prima della rivoluzione industriale, pura cultura della terra. Entrai nella casa e la madre non c'era, in compenso le sue 3 sorelline, di 9, 10 e 13 anni...troppo belline con le loro trecce sulle spalle. Parlavano quasi solo in Quecua, la lingua degli Incas. Accompagnai il fratello alla fermata del bus e mi disse che potevo stare nel letto di sua madre e che le 3 sorelline avrebbero cucinato anche per me. Perfetto, ritornai alla casa, le sorelline parlavano tra loro e ridevano spesso, che simpatiche, aiutai a pelare le patate e le fave, la cena, niente di esterno, solo cose dal campo. Incredibile come alla loro età era totalmente indipendenti, cucinavano alimentando il fuoco con Eucalipto e nell'attesa mi insegnarono molte parole Quecua che annotai con cura...una serata deja-vu del tutto incredibile, e credo che il deja-vu indica che sei sul giusto cammino, che dovevi passare di lì...



Fecero una ottima zuppa di patate e fave, ricchissima, poi, verso le 9 andai nella camera con il mio sacco a pelo per dormire. Era freddo a quell'altura, mi misi dentro il sacco a pelo e lottai tutta la notte contro una delle mie paure. Ebbene sì, essendo in campagna, nella stanza aperta dove stavo c'erano almeno 5 o 6 topi che girovagavano per il pavimento e ad ogni movimento attiravano la mia attenzione, con la paura che mi entrassero nel sacco a pelo, lottai tanto cercando di non farci caso ma era dura, alla fine il sonno arrivo e allontanò le paure...

La mattina alle 7 ero già sveglio, le sorelle si bagnarono nell'acqua gelida del rio e si pettinarono per rifarsi le trecce, mi prepararono un ottimo Mate, tè con foglie di Coca, buonissimo per la tachicardia dell'altura che a volte prende, le regalai 3 colori a testa e con difficoltà feci uscire Hope dalla loro proprietà, data la brina mattutina che faceva slittare tutto e mi diressi verso Ollantaytambo, una delle città incas che fanno parte del percorso della Chakana.


Arrivai in poco tempo, visitai le rovine, veramente splendide, tanta energia in quei luoghi incastonati nelle montagne e poi ripresi la lunga strada fino a Santa Maria, il luogo di partenza della camminata. Dopo 4 ore di guida e passi di montagna nebbiosi oltre i 4000 metri arrivai in questo luogo, dove la strada asfaltata è solo un vago ricordo...

Ero molto stanco delle ore di guida, mangiai qualcosa di rapido e parlando con un signore mi propose un parcheggio per Hope a poco e così, dopo aver preparato minuziosamente lo zaino, con tutte le accortezze di emergenza, andai a fare una siesta in macchina nel parcheggio. Poi feci una doccia, uscii, scrissi un pò, mangiai e dopo qualche chiacchiere e il solito Mate dormii in macchina.
Dormo molto bene in macchina, sogno sempre e mi sveglio con la luce, una sveglia sempre presente.

La coppia dove ho parcheggiato Hope mi ha detto che dovevo partire presto, alle 6 della mattina e mi disegno una mappa sulla strada per arrivare a Santa Teresa, i primi 25 km, passando per un cammino Inca pericoloso. La mattina mi svegliai alle 5:30, mi misi lo zaino di 20 kg sulle spalle ed iniziai a camminare. Dopo i primi 5 km in 1 ora circa incontrai il percorso Inca....iniziava a salire ripido per una montagna e già sapevo cosa mi aspettava...ma senza paura continuai.



Incontrai e superai i ragazzi di un tour organizzato da 150 dollari, con lo zainetto, guida e tutto pronto, che guardavano con stranezza quello che portavo sulle spalle, dopo 1 ora incontrai un posto dove riposare, dato che il calore della giungla peruviana era alquanto umida e calorosa. Giocai con una scimmia, bevvi un succo di mela freddo e ripartii. La strada si faceva ripida e pericolosa, un piccolo sentiero a strapiombo sul fiume sottostante, almeno 500 metri...

Più si saliva più il sentiero si faceva stretto e appoggiato alla montagna, quasi come una ferrata, però senza corda e un grande zaino sulle spalle...iniziai a controllare la mia paura dell'altezza masticando con costanza foglie di coca, che facevo adagiare all'interno delle mie guance, succhiandone l'amaro succo.



Bisognava essere decisi, non guardare in basso e decisi a passare, così feci e dopo poco la paura svani, la controllai e passai tra salite e discese fatte di gradini di pietra non del tutto stabili. Il peggio era passato, era ora di scendere da lassù, non ero stanco e iniziai a seguire il fiume fino ad arrivare, dopo qualche ora alle terme, 30 minuti prima di Santa Teresa. Mi adagiai nelle calde terme molto stanco, creando i miei panini con formaggio e pomodori freschi dei contadini lungo la strada, le gambe tremavano, avevo fatto 22 km in circa 6 ore di cammino, le maniglie dell'amore mi facevano male, ma le spalle erano in forma, i crampi arrivavano e l'acqua calda li faceva svanire...mica male, pure le terme lungo la strada! Nell'ultimo pezzo di cammino incontrai in mezzo alla selva anche un lungo serpente di differenti colori, almeno 5 metri, calma e sangue freddo in quello stretto cammino...

Dopo un paio di ore dentro le calde acque delle terme, attendendo i ragazzi del tour che alla fine non arrivarono, ripresi il cammino fino a Santa Teresa, alle 15 arrivai, distrutto, feci stretching e trovai un luogo dove mettere la tenda e cucinare con la stufa da campeggio degli ottimi Ramen...chi conosce lo sà (MSG a gogo!).
Le zanzare peruviane sono assurde, la notte mi uccisero e il giorno anche, avevo le gambe supergonfie, infiammate, come una specie di allergia ed ancora il cammino prevedeva 5 ore.




Mi incamminai alle 8 del mattina e alle 10 arrivai alla centrale Idroelettrica, circa 10 km, ultimo punto dove i bus o i taxi possono arrivare, dato che dopo non esiste strada ma solo la rete ferroviaria da seguire sui binari attivi. Iniziai a camminare sulle quelle dure pietre, lo feci per 3 ore e con le gambe gonfie e il tempo che non passava più arrivai finalmente a Aguas Calientes, punto di partenza per il Machu Picchu. Le mie gambe erano in condizioni pessime, gonfie dal cammino e dall'infiammazione delle zanzare assassine, mi preparai del pane con pomodoro, aceto di modena e sale, ottimo!



Mi riposai in piazza e incrociai lo sguardo di alcuni ragazzi che mi sembrava di conoscere, argentini sicuro, cercai un ostello economico perchè volevo riposare bene, il cammino non era finito, avevo male alle ginocchia e alle spalle, facevo fatica a camminare e domani sarebbe stato il grande giorno, mi riposai per bene, mi concessi una buona cena vegetariana e alle 22 ero a letto.
La sveglia di domani la puntai alle 4:30 del mattino. Uscii alle 5 con una torcia in mano e nessun zaino, solo una acqua piccola in mano. Arrivai al percorso per salire alle 5:30 e alle alle 6:30 ero davanti all'ingresso con una coda impressionante, dato che per i meno rispettosi ci si può arrivare anche in bus all'ingresso per la modica cifra di 14 dollari...follia!

La fila era impressionante e mi rivoltavano tutti quei bus pieni di turisti che arrivavano con noncuranza del luogo in cui si trovavano. Esibi il mio biglietto di ingresso, il mio unico costo, 40 dollari, e trovai un luogo panoramico dove vedere l'alba di quel luogo.
Visione di sogno, incredibile, veramente spettacolare, una energia unica, mi misi a meditare per una buona mezz'ora mentre la gente iniziava a gremire il luogo...aprii gli occhi proprio quando il sole inondò di giallo le rovine....indimenticabile momento!



Feci un giro per le rovine, costruite in mezzo alle montagne, e dopo poco incontrai i ragazzi che vidi nella piazza, mi chiamarono, parlammo, erano argentini, condividemmo parole cariche di energia e tanta spiritualità nel rispetto di quel luogo, veramente persone speciali, 2 fratelli argentini, Christian e Ariel, che stanno girando tutto il sud america da 6 mesi, decisi di aggregarmi a loro parlando sempre più di profondità e filosofie. Anche loro andavano al sud e quindi magari potevamo fare della strada insieme nella stessa direzione. Io terminai l'acqua ed anche loro, non avevamo cibo e decidemmo di intraprendere il cammino per il Wayna Picchu, la montagna che sovrasta il Machu Picchu, 1 ora di camminata bella ripida sotto un sole a picco in alta quota....ci riposammo in cima abbastanza provati, anche loro arrivavano camminando.

Decidemmo di andare a vedere una caverna e il tempio della luna...non l'avessimo mai fatto...una discesa assurda tra corde, scale e di ogni, per arrivare a questa rovina dietro il Wayna Picchu, e, con tanta sete e fame, alle 3 del pomeriggio, risalire in mezzo alla giungla per 2 ore con le gambe stracotte a ritrovare la strada per ritornare al Machu Picchu, bere acqua sacra dalle fonti della città e ridiscendere, sempre camminando fino a Aguas Caliente.
Eravamo cotti, disidratati e affamati come non mai, andammo diretti al mercado, formaggio, pomodoro, succo d'arancia e del buon pane, 4 panini per ognuno per pochi dollari...fantastico!

Nessun giorno di sosta dal camminare, una media di 6 ore al giorno, le gambe mi facevano male per tutti quei larghi gradini da salire e scendere. Domani saremmo ritornati a Santa Teresa tutti insieme, ora almeno non ero solo. Dormimmo bene e la mattina ripartimmo per la rete ferroviaria, per 2 ore e mezza e chiacchierando passò veramente in fretta. Poi finimmo di camminare, prendemmo un taxi per arrivare a Santa Teresa dalla centrale idroelettrica.
Alla fine feci 65 km di trekking in 4 giorni...una nuova esperienza!



In quel momento conoscemmo Kay, una ragazza punk di LA, che girava da tempo il sud america e che era entrata a sbaffo lassù, una pazza, mezza cinese, simpatica! Chiacchierammo tanto nel cammino verso Santa Teresa, dove ci fermammo a mangiare e poi seguimmo insieme fino alle terme, un'altra volta, erano troppo fighe in quella valle magica! Passammo la notte in acqua calda, preparando pasta con il fornellino e finendo per dormire in alcune capanne in costruzione.
La mattina dopo una buona colazione fatta di omelette, tutti e 4 ripartimmo verso Santa Maria, dove mi aspettava Hope. Per casualità il proprietario del parcheggio era lo stesso autista che ci stava portando da lei, pensa te. Arrivammo dopo circa 40 minuti e finalmente conobbero Hope.

Con lo stupore di conoscere Hope e salirci dentro, ci assestammo e, dopo qualche frutta, ripartimmo verso Cusco senza sapere cosa ci sarebbe atteso...
Ariel pigiava l'accelleratore con la mano, nessuno alla guida, solo Kay da dietro i sedili che teneva il volante e io e Christian fuori ad ammirare inpiedi sul tetto lo splendore di quella valle con il vento tra i capelli...so great!
Fecimo gasolina sporca fermandoci a chiederla dentro le case, arrivammo in un luogo dove tanti massi bloccavano la strada, scesero e mi fecero largo, poi poco più avanti una folla ci faceva capire che era qualcosa di più grande...un giusto sciopero perchè il governo ha approvato una legge per privatizzare l'acqua di quella valle sacra...una vera assurdità! Iniziammo a fare musica, dato che i 2 argentini sono musicisti della madonna e sanno toccare ogni cosa con qualsiasi cosa...veramente dei fenomeni, poi esibizionisti ai livelli! Tutti sul tetto della macchina a suonare e cantare, tra tamburi e chitarre, bevendo Chicha e protestando insieme ai contadini della zona, appoggiandoli in questo blocco totale delle via per arrivare al Machu Picchu!



Poco dopo ci dissero che c'era una strada alternativa per passare, forse, e ce la indicarono, dato il nostro appoggio...andammo dove ci dissero, in mezzo a case, sembrava la guerra, checkpoint con massi da spostare, passare sopra alberi caduti in mezzo alla strada, una avventura senza fine, meglio di un film, poi arrivammo dove dovevamo passare un ponte di legno, vidimo agitazione e ci fermammo...cavolo sul ponte dove dovevamo passare c'era una camionetta incastrata per miracolo, il ponte aveva ceduto e mancava poco per cadere del tutto, fecimo largo dalla folla allontanando tutti dal ponte, dato che era veramente appeso ad un filo, poteva crollare da un momento all'altro.

Tirammo fuori le corde e legammo il camion a Hope, tentammo di tirare fuori la macchina da quella situazione, mille persone sul cofano per non fare slittare Hope, almeno 20 persone che la spingevano, piede sul freno e accelleratore al massimo, tutto era pronto, arrivo il segnale e mollai il freno...Hope partii a palla e tutte le persone a spingere, niente da fare, non si mosse. Riprovammo sia con Hope che con il tiro alla fune con almeno 50 persone sincronizzate, una follia di momento, panico, la gente non sapeva cosa fare e era tutto un fermento....riprovammo ma niente da fare...lasciammo l'idea e ripartimmo per una altra strada che ci dissero...



Seguimmo una ambulanza nella notte ormai arrivata, fino ad arrivare in un punto dove c'era un ponte su un fiume crollato, scesimo sul letto di pietre del fiume e arrivammo davanti al ponte ripido crollato....cazzo ora come facciamo? Beh iniziammo a mettere grosse pietre davanti alla salita per riuscire a fare una via per passare....un lavoro di 1 ora e poi provammo con l'ambulanza, una 4x4 bella alta e passo con tutto il differenziale bloccato, passo veramente per miracolo...ora era il nostro turno, una Hope superbassa e a trazione anteriore, cambio automatico ed anche poco potente...tentammo ma la macchina si bloccava tipo bilancia, sospesa nel mezzo, poi lavorammo un'altra mezz'ora mettendo più pietre e feci marcia indietro per prendere la rincorsa...avevo un margine di 10 cm dai 2 lati e dovevo arrivarci a palla per riuscire ad avere spinta per la ripida salita...così feci, destro premuto al massimo e via centrando il ponte di pietra...non sò come la macchina fece un balzo, superò le pietre ed atterrò sull'inizio della striscia di asfalto, prese grip e pian pianino inizio a salire...una scena assurda, sembrava il rallenty di un film, durò 30 secondi, fino ad arrivare in cima insieme agli urli di gioia che arrivavano da ogni lato...ce l'avevamo fatta!

Non ci credavamo, salimmo tutti in macchina, fecimo 200 metri e ci mettemmo sul tetto tutti a guardare una via lattea assurda, con tanti di macchie nere visibili all'interno, veramente così non l'avevo mai vista e poi in quella valle sacra tutto ero magico...guardammo le mille stelle cadenti che passavano da ogni dove, fino ad attendere una nuova macchina che dopo numerosi tentativi riuscì anch'essa a salire...ripartimmo ed arrivammo fino ad Ollantaytambo, una città incas vivente...piena di rovine, la passammo per prendere la via per Cusco, ma poco più avanti incontrammo una fila di macchine e camion...un nuovo blocco nel pieno della notte...scendemmo ed andammo a vedere.

Pietre grandi come case bloccavano la strada e l'unica maniera era romperle, alcuni ragazzi e minatori con grosse mazze iniziarono l'opera di distruzione della pietra, un lavoro durato una ora e con una potenza e delle braccia mai viste, la roccia si sbriciolava, veramente impressionante! Passammo questo check-point e poco più avanti un'altro fatto di tante persone e grossi tronchi in mezzo alla strada, niente da fare, eravamo bloccati nella valle, nessuno sarebbe uscito per chissà quanto! Bene, ci misimo il cuore in pace e trovammo un posto sul fiume dove fermarci a dormire tutti e 4 in macchina. Così fecimo, non era freddo e la mattina arrivò in un lampo.




Ritornammo indietro al paese, dove la gente credeva arrivevamo da fuori e tentava di bloccarci, noi gli spiegavamo che eravamo rimasti dentro e non venivamo da fuori, veramente folle...fecimo colazione sulla macchina e poi attesimo che la piazza si gremisse e ci fù una riunione generale con slogan: "Alan, Carajo, el agua no se vende!", noi a cantare e gridare con loro seguendo la processione...domani sarebbe finito tutto il blocco...attesimo il giorno andando a pescare sul fiume, preparammo le nostre canne fatte di bastoni di legno e il kit di pesca che Elia aveva lasciato in macchina, preparammo tutto e tentammo con amici, ma niente da fare, 3 ore di attesa e nessun pesce abbocco...poi preparammo legna e tende per accamparci sul fiume, così fecimo.

Una familia ci chiamo nella sua casa, ci offri Chicha tutta la notte, cosa che fù la nostra cena, la Chicha è una bevanda fermentata fatta con il mais, mezzi ubriachi e con tante risate ritornammo al campo a fare il falò e poi tutti a dormire. Ci svegliammo, preparammo tutto con calma e ripartimmo finalmente alla volta di Cusco, dove arrivammo ieri, salutammo Kay che andava al Nord e con Christian e Ariel ora siamo qui a Cusco, oggi ripartiamo verso Puno, al sud nuovamente!



Un abbraccio forte a tutti!!! Mancate come la pioggia nel deserto!

Ecco alcuni link nuovi per chi non li avesse ancora visti:

Intervista in inglese BBC: http://news.bbc.co.uk/2/hi/in_depth/8052422.stm
Sito web creato da Toyota Colombia: http://www.elcorolladefilippo.com
Audio della diretta in radio Colmundo Colombia: http://www.sendspace.com/file/5ujdds
chi volesse togliere la pubblicità ed editare l'mp3 con solo la voce mi farebbe un grande piacere, dato che sono 100 MB di audio puro con tutta la trasmissione...thank you!
A presto su Radio5 live di Londra...che follia! Bye