- Primo giorno
Siamo partiti da Mexico DF alle 15 del pomeriggio, di non so' quando perche' non so' che giorno e' oggi, diretti a Tlachichuca dove Joaquin Cancola ci ospitera', dato che quella e' la citta' piu' vicina al vulcano.
Dovrebbero essere poco piu' di 200 km e quindi in poche ore dovremmo arrivare, ma data la nostra plumma decidiamo di non prendere l'autostrada, dato che in Messico e' molto costosa, ma la LIBRE, la strada normale. Beh fatto sta' che tra milioni di TOPE (i dossi, che sono ovunque), strade distrutte e strette siamo arrivati nel pueblo a mezzanotte, 9 ore di guida, poco! Pero' Joacquin ci ha atteso e in poco tempo e con tanta stanchezza siamo gia' nella nostra camera da 120 pesos, finalmente un letto!
- Secondo giorno
Ci svegliamo, ottima dormita, prepariamo lo zaino con attenzione, cibo per 7 giorni, picozza, cramponi, scarponi, il mio orologio nuovo da montagna segna 2700 metri. Dopo una colazione salutiamo e prendiamo informazioni da Joacquin e partiamo zaini in spalla verso il centro. Ci beviamo una ultima birra prima di abbandonare la civilta', foto di rito e si prende un taxi per 200 pesos verso Hidalgo, l'ultimo pueblo prima del vulcano, a 3600 metri. Dopo 15 km e 1 ora di strada distrutta fatta per i 4WD arriviamo al posto, case di legno diroccate e un centinaio di anime. E' brutto e nuvoloso ed inizia a piovere, camminiamo verso la via del campo base e troviamo un posto dove piazzare la tenda da 2 e in cui staremo in 3, sotto l'acqua battente. Prepariamo il cibo in tenda con la stufetta, poi a letto presto, non ho dormito tutta notte, mille pensieri in testa e la testa che non si ferma mai, era quasi come se non sapessi piu' come si dorme, boh sara' l'altitudine.
- Terzo Giorno
Sveglia alle 8, nessun problema di altitudine e ottimo acclimatamento, oggi si parte per Pietra Grande, il rifugio a 4260 metri, il campo base dove tentare la vetta. Ovviamente questo non e' il periodo migliore per la scalata, dato che e' tempo di piogge, sarebbe da novembre a marzo, infatti piove sempre e sotto l'acqua smontiamo tutto, carichiamo in spalla e si parte per i 12 Km verso il rifugio. Arriviamo dopo
6 ore di cammino e diversi bivi di cui non sapevamo la direzione, dopo alcuni errori ed interpretazioni delle gomme da jeep tipo CSI arriviamo in cima, sfatti, sotto la nebbia e pioggia fitta e con le gambe abbastanza a pezzi. Il fiato e' corto a quell'altezza ma nessun mal di testa questa volta. Gli zaini non sono poi cosi' leggeri, male alle spalle e relax nell'interno del freddo rifugio, direi una ghiacciaia. Subito un the' per scaldarsi e poi zuppa di pollo e riso al pomodoro in busta, MSG a gogo ma non male. Quindi a letto presto, decidiamo domani cosa fare, abbiamo 2 alternative, riposarci e tentare la vetta la notte successiva con una salita impegnativa e lunga oppure fare un campo alto per acclimatarci meglio e ridurre la distanza nel summit day. Tutti a letto, lo stomaco e' in subbuglio e ovviamente non riesco a dormire, penso tanto e la mente non stacca, occhi chiusi, freddo pavimento di legno ma niente dormire.
- Quarto giorno
Sveglia alle 7, il the' ci vuole e poi vado fuori, fino a ieri non si vedeva niente, neanche la vetta, la nebbia impediva di vedere, ma il cielo azzurro preannuncia novita', il barometro annuncia un cambio di pressione, miglioramente in corso. Vado fuori e vedo uno spettacolo stupendo, nubi ovunque sotto di noi e l'alba che spunta colorandole di rosa, poche parole e bocca aperta. Dopo qualche scatto torniamo dentro e decidiamo, la scelta va' per il campo alto, cosi' per farne esperienza e anche per ridurre il tempo per la vetta. Cosi' prepariamo gli zaini e alle 10 partiamo verso l'alto, arriva la nebbia e dopo 3 ore arriviamo in cima, dove inizia la neve che nevica.
Troviamo il campo a 4800 proprio sotto il labirinto e con tempismo e coordinazione montiamo tutto al volo e ci buttiamo dentro, il freddo si sente e la salita di 600 metri circa anche, con quello zaino pesante. Ci prepariamo del cibo sciogliendo della neve e poi alle 20 siamo a letto, sveglie puntate alla 1 di notte, domani e' il summit day ed ovviamente non si dorme ancora!
- SUMMIT DAY
Alla 1 le nostre sveglie suonano contemporaneamente e dopo qualche sguardo di comprensione siamo gia' tutti svegli, la tenda e' ghiacciata, uno strado di brina la ricopre, prepariamo un the' e del musli' e poi ci prepariamo, uno alla volta, vista la stretezza della tenda e pian piano ognuno va' fuori a sistemare lo zaino, il mio orologio segna -5, alle 2:30 siamo tutti fuori a montare ramponi e predisporre tutto, poi alle 3 si parte, diretti verso il labirinto, una parete di 200 metri ripida mista rocce e neve. Decidiamo senza cordata ma con attenzione procediamo e alle 4:30 con le nostre frontali nel buio riusciamo a saltarci fuori grazie ad impronte trovate qua e la'.
Ora siamo a 5000 metri, piazziamo picchetti per la nebbia e segnamo i gradi della bussola nei cambi di direzione, siamo alla base del ghiacciaio, ancora e' buio pesto, anche se il cielo e' uno spettacolo di luci intense senza luna, assurdo, le stelle sembrano dipinte.
Decidiamo di andare su in cordata, il ghiacciaio e' ripido 35 gradi e sale per 600 metri, sono ancora 4 ore di cammino, la cordata aiuta nel caso di scivolata e prontezza degli altri 2 con il self-arrest a bloccarla, ma e' anche pericolosa perche' puo' tirare giu' tutti e 3 in fondo al ghiacciaio. Ci fermiamo per problemi di freddo e per respirare con maggiore profondita' ogni 20 passi. La vetta sembra non arrivare mai, non si vede la fine.
Finalmente arriva l'alba, siamo all'ombra e il sole non lo vediamo, ma i colori illuminano a giorno la neve sotto di noi.
Questa montagna ha preso vite e quindi bisogna rispettarla. Con tanta attenzione ad ogni passo pian piano si sale, ormai sono le 7, finalmente vediamo con la luce la fine della salita, l'arrivo sul bordo del cratere.
Arriviamo e la luce del sole ci abbaglia, mi volto e appena vedo lo spettacolo che mi trovo davanti le lacrime scendono da sole come mai successo in vita mia, il sole dell'alba e un mare di nuvole rosse davanti a me mi fanno pensare a dove sono e quindi non trattengo niente, lacrime e ricordi indelebili a vita, impressi a fuoco sul cuore.
Ci abbiamo messo 4:30 a salire, dovevamo mettercene 6, una ascesa di 900 metri su quello che e' il quarto vulcano piu' alto al mondo.
Sulla mia destra vedo una cosa mai vista, una immensa ombra del vulcano si staglia nelle nuvole e nella terra, incredibilmente immensa e maestosa!
Poi andiamo verso la croce, qualche foto e dopo 30 minuti si inizia a scendere.
Paura in discesa con quella pendenza ma ormai era fatta, andiamo giu' in glissade con la picozza e alle 10:30 siamo al campo alto, il sole e' forte e caldo a quella altezza, crema obbligatoria e maschera, smontiamo tutto con calma dopo un po' di riposo e poi si scende con tanta fatica al rifugio, tanta discesa per i doloranti polpacci che chiedono pieta'. Alle 13 siamo al rifugio e ci prepariamo a goderci il cibo che avevamo lasciato per il successo.
Scopriamo ben presto che ce lo hanno rubato, cosi' ci tocca farci delle tortilla con fagioli e del riso in bianco, argh! Tanto riposo, acqua e stomaco ancora in subbuglio. Poi barrette di cereali per cena e poi letto con i topi che ci giravamo per i sacchi a pelo. Finalmente dormo sono a pezzi, giornata intensissima ed incredibile, ho un sorriso che non riesco a controllarlo. Ce l'abbiamo fatta!
- Sesto giorno
Sveglia alle 8, una dormita lunga 11 ore, il solito bel the', nuvole ancora piu' basse questa mattina, poi si prepara tutto e si parte verso Hidalgo, il pueblo a 12 km, si canta, urla, ride e scherza, tante foto e la vetta che ci sovrasta incontrastata lungo la via.
Dopo 4 ore siamo al paese, distrutti e con le gambe a pezzi per 4 giorni di cammino senza sosta. Troviamo un ride a 150 pesos per portarci a Tlachichuca, dove appena arrivati ci concediamo una mega tortas alla milanese e delle birre per festeggiare, poi a letto da Joacquin cotti e poi, dato che la persona che ci aveva dato il passaggio ci aveva detto che c'era una festa in un paese vicino alle 20 prendiamo e in macchina ci andiamo, fantastica e folkloristica festa fatta di fuochi d'artificio e tanta cristianeita', doppi parchi e tanta musica e gente in un pueblo a 3000 metri di 500 anime che solo in quella sera si era trasformato in migliaia. Ancora cibo e birra e con le gambe a pezzi torniamo a casa a dormire, un letto dopo 5 giorni di contatto con la terra. In pochi arrivano al rifugio senza Jeep, noi lo abbiamo fatto per il rispetto alla montagna e ci ha premiato nel migliore dei modi.
- Settimo giorno
Pigliamo la macchina, carichiamo tutto, salutiamo Joacquin, splendida persona e poi partiamo diretti verso Oaxaca, dove siamo oggi, bella citta', domani andiamo forse al mare a Puerto Escondido, a rilassarci! Hasta luego!