mercoledì 29 luglio 2009

LA FINE DEL MONDO!!!!

Sono senza parole...adesso quelle dovrete mettercele voi che leggete queste righe...voglio un commento da ognuno di voi! Se non lo avete mai fatto prima, questo è il momento per farlo!

Ho provato a trasmettere le mie emozioni a voi in questo modo...su questo schermo...credo che le emozioni sono molto importanti nella vita, sempre le cerchiamo anche se non ce ne rendiamo conto, in ogni momento...ognuno ha le sue...o si vivono o si trasmettono...non esistono altri modi...spero di avervi trasmesso qualcosa dalla mie...spero che abbiate viaggiato e sognato con me...questo è quello che voglio e cerco!

Grazie a tutti voi, siete persone splendide, non dimenticatelo mai, non dimenticate i vostri sogni...i sogni sono possibili se provi...la parte più difficile è iniziare...questo ho capito!
Non ci sono limiti, nessuno è migliore di un altro...siamo tutti uguali, ci cambia l'audacia e la volontà di credere nelle proprie idee, desideri e sogni...

Anche questi ultimi giorni una vera avventura, erano 15 anni che non nevicava così in Ushuaia, tutto bloccato e dopo 5 ore siamo riusciti a superare il passo di montagna sommerso e bloccato, poi a 15 km da Ushuaia siamo rimasti senza benzina, dei pompieri ci hanno aiutato e finalmente l'arrivo sognato da tanto tempo!
Le emozioni dell'arrivo le potete vedere in questi 2 video....lacrime e follia!



Data di partenza: 29 febbraio 2008, Calgary
Data di arrivo: 28 luglio 2009, Ushuaia
Hope ha percorso 80 mila km, 2 volte il giro del mondo, rimarra quaggiù!
Migliaia di persone conosciute, tanti sogni ed emozioni, una sola vita!

Per chi non lo sapesse, ritorno in Italia ad inizio Settembre, il 5 agosto ritorno in Colombia, Bogotà per la precisione, perchè credo nell'AMORE!
Un abbraccio patagonico dalla fine del mondo, Ushuaia!

sabato 25 luglio 2009

Hope non mollerà mai!

Dove eravamo rimasti....a Esquel, località sciistica Patagonica che, quest'anno, per mancanza di neve in un inverno anomalo, ha quasi chiuso i battenti per la stagione in corso....quindi niente Snowboard purtroppo e la decisione di andare per l'ultima volta a Nord, San Carlos de Bariloche.

Dopo essere passati per l'incredibile Parco Nazionale Los Alerces, facendo camminate nel bosco e ammirando i laghi a specchio, arriviamo a Bariloche da un CS, troviamo la sua casa e ci buttiamo a mangiare qualcosa dato che non avevamo neanche pranzato...dopo stanchi andiamo a letto.
L'indomani facciamo un giro per la città, troppo turistica, piena di hotel e ristoranti peggio di Cortina, tutta stracaro e una marea di negozi di cioccolata, qualcosa di impressionante. Dopo questa delusione andiamo a fare un giro in macchina poco distante, trovando luoghi immersi nel verde e pieni di laghi, ottime viste panoramiche. Poi una birra notturna artigianale con Iñaki e via a letto, domani si parte presto per El Bolson.



Salutiamo e ringraziamo il CS Iñaki e ci dirigiamo a Sud, niente più Nord, questa è la decisione...
Passiamo in qualche ora per El Bolson, dove ci fermiamo a preparare dei panini al market e ci dirigiamo al bosco intagliato in mezzo alle montagne. Dopo 1 ora di sterrato in macchina e 2 ore di camminata a piedi arriviamo...che luogo magico....tutti questi tronchi intagliati dagli artisti che davano un'anima ad un bosco che era bruciato e nero....magico direi...



Dopo il bosco ci dirigiamo verso Esquel un'altra volta, passando però per El Maiten, una stazione del famoso Patagonia Express, il treno che una volta girava da queste parti. Una stazione fantasma con un ferroviere che ci racconta la storia, anche la RAI era venuta lì a fare un documentario qualche tempo prima...che posto strano, nel mezzo del nulla ma con locomotori ben mantenuti...
Dopo una notte di danze folli e birre a Esquel, finiamo per dormire in macchina alle 6 del mattino. All'alba delle 9 ci svegliamo, già perchè adesso le giornate sono cortissime, alba alle 9:30 e tramonto alle 17:30, più si scende più sarà peggio, partiamo verso la vera Ruta 40, fatta di ghiaia, pietre e terra, niente più asfalto per un bel pò e nessuno nel raggio di diverse centinaia di miglia...



Passiamo nel bel mezzo di niente, aprendo cancelli di istanzie per vedere lagune incredibili e paesaggi persi nel tempo nella regione del Chubut. La nostra destinazione è Rio Mayo, la strana cittadina di cui Luis Sepulveda narrà nel suo Patagonia Express. Così facciamo, dopo numerosa strada sterrata e bivi da capire troviamo la via per Rio Mayo. Nel cammino diamo un passaggio ad un militare lungo la strada e poco dopo la marmitta in preda alle forti vibrazioni dei 100 km/h su ghiaia cede e cade a terra. Ottimo, nel mezzo di niente....guardo sotto e vedo che la situazione non è per niente bella, il tubo era tutto a terra. Niente paura, presi del fil di ferro dietro la macchina e mi buttai sotto la macchina a tentare di bloccare da qualche parte il tubo.




Beh, dopo un aggancio in 4 punti diversi ripartiamo, dopo 10 minuti stessa storia, tubo caduto di nuovo....nuovo tentativo da altre parti con lo stesso filo....si riparte, ora tiene!
Dopo 15 minuti di quella terribile strada cade di nuovo, mi ributto di nuovo sotto la macchina e provo con una catena di bicicletta che Elia aveva lasciato tra le cianfrusaglie...acciaio bello spesso, questo non può cedere...cosi proviamo e blocchiamo tutto con una corda dall'interno dello sportello che il povero militare doveva tenere. Questa volta regge, e, dopo 50 km, arriviamo a Rio Mayo. Lasciamo la persona nella base militare e cerchiamo un luogo dove riposarci, dato che nella notte avevamo dormito 3 ore e pieni di energy drink.



Dopo una rapida ricerca troviamo un Hotel sulla strada, l'unico della zona e l'unico aperto in questa stagione. Vado dentro a chiedere il prezzo, colto da sonnolenza e tanto sudore lasciato sotto la macchina, e incontro un signore gentile. Mi fà vedere la camera e mi dice il prezzo, alla fine poteva essere peggio, lui stesso mi dice: "Conosci il libro Patagonia Express?", rispondo affermativamente e lui replica: "Luis Sepulveda viene sempre qui, è un amico e io sono il turco di cui parla nel libro...", pensa te. Dopo una veloce consulta prendiamo tutto e ci buttiamo dentro incuriositi da questa faccenda. Andiamo a letto tutto il pomeriggio e la sera mettiamo la sveglia alle 21. Andiamo nella sala e iniziamo a chiacchierare con i turchi del libro di Sepulveda, che storia, alla fine gli regalo un libro, gli prendiamo stra-bene, ci offrono la cena con 2 milanesi giganti e poi gli sistemo il computer e ci regalano anche la notte gratis. WOW che persone Josè e Susana. Discutiamo e parliamo tutta notte fino alle 2 della mattina, tra un mate e un altro.



Domani ripartiremo verso Los Antiguos, un paese che loro ci hanno consigliato, dove esiste un microclima unico al mondo, proprio qui nel mezzo della Patagonia, dove crescono tantissime ciliege e tutto è verde dopo una immensa pampa. Così ripartiamo, salutiamo i turchi e ci mettiamo in cammino verso questo sperduto paese vicino al lago più grande di Argentina, il lago Buenos Aires. Dopo 2 orette di macchina su sterrato passiamo prima per la città Perito Moreno, senza anima, per poi constatare dal verde intorno il diverso clima. Un vento freddo ci ha accolto senza pietà e noi non curanti abbiamo deciso che, visti i numerosi pescatori sul lago, potevamo pescare in qualche modo...si ma come?
Abbiamo preso le bacchette da sci e un paio di piombini ed ami...molto artigianale...circa 1 ora di tentativi inutili perchè le trote stavano al largo e ben presto ci siamo fatti 2 panini al formaggio.
Mentre mangevamo la gente curiosa passava cercando di capire cosa stavamo facendo. Un signore della capitaneria ci ha detto che se volevamo qualcosa potevamo trovarlo dentro la garitta poco distante. Così andammo a scaldare un pò di acqua lì dentro e insieme a tante persone all'interno è nata un'interessante susseguirsi di risate e discorsi, qualche libro venduto e le luci della sera che si spegnevano senza darci avviso. Salutammo tutti con calore e ci rimisimo in cammino preceduti da un signore che in quel buio ci avrebbe indicato la via per continuare la ruta 40.


La nera notte patagonica ricca di stelle fece ingresso e noi, incuriositi dal cartello che cercavamo ci infilammo in mezzo alla pampa fino ad un cancello chiuso. Il cartello recitava "Ea Cuevas de las manos", una grotta con pitture primitive che era la nostra prossima metà nel cammino. Il cancello chiuso con un lucchetto ci blocco ma noi decidemmo di preparare tenda e sacchi a pelo per dormire nella umidità di quella terra desolata. Così preparammo tutto e alle 22 eravamo a letto. Sveglia alle 9 con sintomi di osteoporosi e con l'idea che quel cancello potrebbe essere aperto, invece niente da fare. Facciamo baracca e burattini e riprendiamo quel maledetto cammino sterrato, consapevoli del fatto che non ci sarebbe stato niente nel giro di 400 km.




Dopo un'ora di strada ben pietrosa accade il fattaccio...mentre guidavo sentiamo un colpo forte, la macchina inchioda di colpo e blocca sulla strada. Il primo pensiero và al motore...rumore strano al cambio e la macchina che non andava più. Direi perfetto, spengo tutto e scendo senza paura e mi trovo davanti a questa scena:


Ottimo, il semiasse sbragato e la ruota completamente svicerata da un lato...non mi perdo neanche per un attimo d'animo e sapendo che potrebbe non passare nessuno per tutto il giorno, mi metto lì, con la calma di un eremita, e dico che si può risolvere, Hope non si può fermare qui!
Prendiamo grosse pietre ai bordi della strada, pompiamo il crick al massimo e blocchiamo la macchina con grosse pietre, devo infilare la testa lì sotto...controllo e pulisco il semiasse, tira e prova entra dopo le pulizie di natale, dato che era pieno di sassi e pietre incollate da quel grasso nero. Entra e tutto sembra in ordine, manca solo un bullone che abbiamo perso per la strada che tiene tutto insieme...però prima bisogna vedere e provare se la macchina si muove. Proviamo e funziona...ci siamo quasi, dobbiamo trovare solo quel bullone o qualcosa per bloccare quell'importante perno che tiene tutta la ruota.



Dopo 4 ore circa passa la prima macchina, un pick-up, mi metto in mezzo alla strada e lo fermo, gli racconto tutto e gli dico che mi manca un bullone, lui và dietro e ravana in una cassetta per gli attrezzi e ne trova 3...uno troppo piccolo....uno troppo grande....e uno di media misura. Io lo guardo con la consapevolezza del sè e dico, è quello in mezzo, sicuro....lui mi dice "prova"...io confermo e con un pò di paura mi dirigo con quel bullone in mano verso Hope, dicendo tra me e me...."non può essere...non può essere...sarebbe folle...sarebbe magia...questo è il momento della verità circa i sogni...". Beh mi abbasso e lo infilo...perfetto! È il suo, non ci potevo credere...un brivido mi percorse cercando di capire come questa cosa fosse possibile, meno probabilità di vincere alla lotteria ed era successo, era magia. Lo avvito tutto, il tipo scappa via e io rimetto in moto Hope e andando pian piano tutto andava alla perfezione. Ormai non credo si tratti più di fortuna o sfortuna, cè qualcosa di più, qualcosa che riguarda i sogni e l'audacia.



Ero sporco di grasso dalla testa ai piedi e il primo paesino in mezzo al nulla era a 30 km, Bajo Caracoles, solo un distrutore di benzina, 4 baracche di lamiera e un chiosco. Abbiamo solo qualche decina di pesos nelle tasche e non c'è l'ombra di una banca nel giro di giorni. Bene, entriamo in questo posto e chiedo informazioni al signore circa di un meccanico in questo paesino, lui senza dirmi niente mi indica una casa in fondo alla strada. Lo trovo e lo porto alla macchina, gli faccio vedere le foto e gli dico cosa è successo, lui mi dice "non ho attrezzi, comunque dovrebbe reggere se vai piano". Ok, facciamo benzina, facciamo pietà al tipo del chiosco che ci regala la cena fatta di qualche empanada di carne e riprendiamo il cammino, il prossimo paese è a 340 km, tutti di sterrato con quella riparazione alla bella e buona. Si riprende la strada tra armadilli, neve, ghiaccio, vento e ai 40 km/h. Dopo circa 8 ore di guida in quelle condizioni e con la notte arriviamo a Tres Lagos. In quel paese non esiste Hotel e banca, dormiamo in macchina davanti al benzinaio con un bel freddo, accendendola spesso per scaldarci.



L'indomani facciamo tipo 3 litri di benzina e scarichiamo le taniche di riserva dal baule e ripartiamo verso El Chalten, finalmente strada asfaltata nuovamente! Dopo circa 100 km si inizia ad intravedere la croce e delizia di tutti gli alpinisti migliori del mondo, il cerro Fitzroy e il cerro Torre, una delle 2 montagne più tecnicamente difficili al mondo.



Il tempo era stra-clemente, nessuna nuvola e quando siamo arrivati al El Chalten, ben stanchi per non aver dormito bene da 2 giorni, la guardiaparchi alla informazioni ci dice: "un giorno così in inverno è qualcosa di incredibile, fossi in voi non aspetterei domani per fare trekking, inizierei direttamente oggi". Così abbiamo fatto subito 3 orette di trekking ammirando quelle incredibili e prorompenti montagne da ogni lato...qualcosa che lascia senza fiato. Il freddo era pungente ma fortunatamente non c'era freddo. Troviamo un ostello economico e ci buttiamo a letto subito.



Chiacchieriamo tutta notte tra un mate e un altro di montagna con un alpinista che stava nell'ostello, conosceva molti italiani che avevano scalato queste montagne ed era un vero appassionato, sapeva qualsiasi cosa gli chiedessi circa di quella valle magica. Ci disse qualche percorso e l'indomani ci misimo in marcia. Camminammo tutto il giorno ammirando un ghiacciaio da vicino e tanti laghi ghiacciati insieme ad un bosco veramente incantato.



Dopo una notte fatta di biliardo fino a notte fonda con dei muratori della zona e qualche birra di troppo, il sonno venne rapido e l'indomani era ora di partire per El Calafate. C'era una CS che ci aspettava, Analia, e dopo 4 orette di guida arrivammo senza problemi, senza ormai preoccuparci del bullone che ogni ora controllavamo e che ormai non dava segni di muoversi. Arrivammo ed incontramma Analia, una signora sui 45 anni separata con una bambina chiamata Valentina, insieme ad altri 2 CS, Fabio italiano e Micaela americana. Facciamo balotta subito e Analia ci porta a vedere tanti bei posti, fenicotteri rosa, montagne e laghi dal colore azzurro intenso.
Tante chiacchiere e una ottima pizza preparata da lei, poi a letto, domani ci aspetta il Perito Moreno, poco da dire...le foto parlano...inspiegabile forma di vita della natura...vivo!



L'indomani partiamo per andare a Torres del Paine in Chile, ma sbagliamo strada e finiamo a Rio Turbio, passiamo la frontiera dove un doganiere troppo esigente mi sequestra il tamburo che mi portavo dietro dal Guatemala dicendo che non può entrare in Chile, un largo litigio e la consapevolezza che il bad karma và tutto a suo sfavore, controllai il mio odio ed entrai con mio fratello a Puerto Natales. Esplorammo la caverna del milondonte, la stessa di Chatwin, last hope sound...



Vi lascio con una frase di Goethe:

C'e' una verita' elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute... Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L'audacia ha in se' genio, potere, magia. Incomincia adesso.

Non manca molto...la fine del mondo, delle strade, dei sogni arriverà ben presto...
Un abbraccio forte a tutti!